Un’altra vittima dei pirati del web a Mantova, la titolare dell’asilo nido: aiutatemi
Le è bastato confermare il proprio account rispondendo a un messaggio arrivato sulla sua pagina Facebook per ritrovarsi in un incubo: «Hanno hackerato il mio profilo pubblicando una foto pedopornografica e dopo una marea di denunce fatte nessuno è in grado di aiutarmi».
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Dopo il caso di Damiano Gollini raccontato ieri dal nostro giornale, la nuova vittima dei pirati del web è la titolare degli asili nido Ape Maya in città e a San Giorgio. L’incubo per Federica Rizzi inizia il 3 novembre scorso quando verso le 18 trova sulla pagina Facebook personale la richiesta di conferma dell’account «per evitare – si leggeva – che venga disabilitato in modo permanente» con tanto di link allegato.
«Non essendo molto pratica – racconta – mi sono rivolta a una collaboratrice che mi ha detto che era capitato anche a lei, quindi ho compilato il format e inserito la password». E da lì è cominciato tutto: «Dopo qualche ora un’amica mi ha telefonato per avvertirmi che sul mio profilo personale era stata pubblicata una foto pedopornografica, allarmata ho cercato subito di accedervi scoprendo però che la password era stata cambiata, il mio profilo oscurato e quello della mia attività bloccato». E dal giorno successivo è iniziato il suo peregrinare invano: «Mi sono attivata immediatamente tra segnalazioni e denunce, ma con pochissimo successo: mi ripetono tutti che ci sono tempi tecnici da rispettare, iter cavillosi da seguire e ai quali sottostare, che anche le forze dell’ordine possono fare poco in questi casi e qualcuno mi ha anche paventato che potrei essere sottoposta io a una perquisizione. Io che sono la vittima!».
Il fatto è che «ho perso la gestione della pagina di asilo nido Ape Maya, che da anni coltivavo con passione, attenzione e cura, grande fonte di interesse e pubblicità per la mia attività. È lì, bloccata al 3 di novembre, impossibile ottenere la portabilità. Stavamo per raggiungere i tremila like, un numero davvero importante per una piccola realtà come la mia. Chi mi voleva far del male ci è riuscito alla grande». Impossibile al momento smascherarlo così come recuperare la gestione della pagina bloccata: ha contattato Meta, la società che gestisce Facebook, ha scritto al Garante per la protezione dei dati, si è rivolta ai carabinieri come alla polizia postale e anche alle Iene: «Ma è possibile che l’unica strada sia aprirmi una nuova pagina? Tutta la visibilità che avevo costruito negli anni per la mia attività è andata in fumo».
Come se non bastasse due giorni fa si è ritrovata una mail chiaramente falsa con finto stemma dell’Interpol nella quale le viene notificato che sarebbe oggetto di procedimenti legali e le viene chiesto di giustificarsi via mail. «Ho subito denunciato anche questo e ora ho bisogno di protezione» conclude lanciando un appello al giovane che da vittima è diventato investigatore per sgominare i pirati del web: «Solo lui a questo punto può aiutarmi contro questi delinquenti».