Il Governo riduce lo sconto sulle accise: dal primo dicembre carburanti più cari
UDINE. Ultime ore per fare il pieno con lo sconto di 30 centesimi al litro sulle accise, deciso dal governo Draghi a marzo. Da giovedì 1 dicembre, infatti, il bonus sarà tagliato di 12 centesimi, secondo quanto previsto dal governo Meloni.
E non è detto che i superstiti 18 cent di abbuono resistano ancora più di tanto. I timori dei gestori è che l’azzeramento arrivi già nei primi mesi del 2023, anche se fonti di palazzo Chigi hanno annunciato che la proroga si “allungherà” fino ad aprile 2023.
I prezzi per il rifornimento
Scendono ancora i prezzi della materia prima sulla rete carburanti e questa è l’unica buona notizia. Con le quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi in ribasso, arrivano nuovi interventi delle compagnie sui prezzi raccomandati di benzina e diesel.
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In particolare, Eni taglia un centesimo sulla verde e due sul diesel, mentre Tamoil riduce di tre centesimi entrambi i carburanti. I prezzi praticati alla pompa continuano di conseguenza a calare.
Nel dettaglio, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mimit aggiornati a martedì che si riscontrano anche in Friuli, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self è 1,658 euro/litro, con i diversi marchi compresi tra 1,640 e 1,673 euro/litro (no logo 1,667).
Il prezzo medio praticato del diesel self va a 1,743 euro/litro (contro 1,755), con le compagnie tra 1,725 e 1,761 euro/litro (no logo 1,747). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 1,810 euro/litro (1,815 il valore precedente) con gli impianti colorati che praticano prezzi tra 1,741 e 1,865 euro/litro (no logo 1,723).
La media del diesel servito scende a 1,896 euro/litro (contro 1,901), con i punti vendita delle compagnie che praticano prezzi medi compresi tra 1,825 e 1,956 euro/litro (no logo 1,802). I prezzi praticati del Gpl si posizionano tra 0,765 a 0,785 euro/litro (no logo 0,754). Infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 2,045 e 2,406 (no logo 2,183).
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«Non facciamo salti di gioia»
Il presidente nazionale della Figisc, l’udinese Bruno Bearzi, teme che il taglio dello sconto sia solo un primo passo verso l’azzeramento della misura di aiuto agli automobilisti. «Noi gestori non facciamo salti di gioia - ammette -, da giovedì tutti i distributori ritoccheranno i prezzi, è inevitabile.
Di fatto per il consumatore si tornerà al livello di costi di marzo, ancora abbondantemente sotto la soglia dei 2 euro al litro. Ma c’è la previsione che dal 2023 lo sconto fiscale sulle accise possa essere eliminato, per fortuna abbiamo gli sconti della Regione, per i residenti è una manna. In Slovenia e Austria c’è una fiscalità di media più bassa ed è quello il motivo della differenza di prezzo a loro favore».
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«Mazzata sulle famiglie»
«Lo sconto viene quasi dimezzato con, inevitabilmente, un nuovo aumento dei prezzi del carburante - afferma la presidente di Consumatori attivi, l’avvocato Barbara Puschiasis - . In media si parla di un maggior aggravio per le famiglie per la spesa per i carburanti di circa 100 euro.
Il recente “ritocco” alla norma sullo sconto regionale sui carburanti non riuscirà a rendere indenne il Friuli dagli aumenti, soffrendo per altro il nostro territorio di un inspiegabile... maggior costo alla pompa dei carburanti rispetto ad altre regioni.
Le famiglie stanno riducendo l’utilizzo dell’auto e sempre più diffusa sta divenendo la pratica dei viaggi condivisi ove possibile e delle riunioni a distanza attraverso i mezzi digitali. Questi aumenti andranno comunque ad abbattersi prepotentemente sui bilanci di famiglie e imprese che già stanno facendo i conti con rincari generalizzati a doppia cifra percentuale sui generi di consumo e sui servizi, in conseguenza della preoccupante bolla speculativa sui prezzi energetici».
Sciopero dei benzinai
Le organizzazioni di categoria dei gestori degli impianti autostradali, Faib, Fegica e Anisa hanno proclamato uno sciopero delle aree di servizio autostradali di 72 ore consecutive, dalle 22 di martedì 13 dicembre, alla stessa ora di venerdì 16 dicembre.
La protesta è stata proclamata in seguito alla diffusione di una bozza di un decreto interministeriale che, secondo quanto spiegano i sindacati «non prevede alcuna razionalizzazione della rete per una maggiore efficienza dell’intero sistema».