Produzione garantita fino al 30 settembre, motori sbloccati: ecco cosa prevede l’accordo sulla Wärtsilä di Trieste siglato nella notte
TRIESTE La firma è arrivata all’1.40, con una parte dei rappresentanti sindacali già rientrati a Trieste e il ministero delle Imprese tenuto aperto a oltranza per permettere a Wärtsilä e parti sociali di chiudere l’accordo di tregua con la garanzia di Governo, Regione e Confindustria.
Alla fine l’azienda garantisce la produzione per un mese in più del previsto: fino al 30 settembre. Quelli che riappaiono in piena notte nella sala del Parlamentino, dopo ore di febbrili riunioni riservate per limare i dettagli, sono facce tirate ma anche soddisfatte. Ognuno ha portato a casa qualcosa, anche se ora tutto dipende dalla capacità delle istituzioni e della multinazionale di condurre a Bagnoli della Rosandra un nuovo player, capace di dare un futuro industriale e occupazionale al sito produttivo.
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L’accordo tra le parti
Giovedì il verbale di accordo sarà presentato all’assemblea dei lavoratori di Wärtsilä Italia dalle segreterie nazionali dei sindacati metalmeccanici. La produzione viene garantita per 10 mesi, fino al 30 settembre. In cambio i sindacati accettano di rilasciare i motori in consegna e quelli realizzati nei prossimi mesi.
Wärtsilä si impegna a presentare entro fine gennaio un piano industriale triennale dettagliato, relativamente alle attività di service e ricerca&sviluppo, che rimarranno in funzione a Trieste, Genova, Napoli e Taranto. Viene cassata la proposta della società finlandese di inserire una clausola che vietasse forme di sciopero per tutta la durata dell’intesa.
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Una nuova fase
Il punto di caduta è stato trovato dopo che due settimane fa l’azienda aveva proposto 6 mesi di attività, rifiutati da Mimit e Regione. Ora può cominciare una nuova fase di normalità, anche se a tempo. Sarà così fino allo scadere dei 10 mesi, quando la garanzia sulla produzione cesserà e Wärtsilä aprirà una nuova procedura di licenziamento, la cui durata è stabilita in 6 mesi dalla norma antidelocalizzazione del governo Draghi.
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Le manifestazioni di interesse
Ci sono dunque 16 mesi, più altri 12 a seguire coperti da cassa integrazione, affinché giunga a maturazione una delle proposte di reindustrializzazione giunte nelle mani del governo o in quelle dell’advisor dei finlandesi. Sono confermate le manifestazioni d’interesse recapitate al ministero dalla tedesca Rheinmetall e della giapponese Mitsubishi, che guardano a Bagnoli per costruire rispettivamente carri militari e turbine a gas. Wärtsilä parla a sua volta con la società teutonica e con altri 5 soggetti, quasi tutti in grado di assorbire la totalità delle maestranze fra 2023 e 2024.
Nel testo dell’accordo istituzioni, azienda e sindacati concordano sulla necessità di garantire «la vocazione industriale» dello stabilimento e non escludono l’inserimento della produzione «in filiere strategiche a livello nazionale, tenuto anche conto della possibilità di realizzare sinergie con imprese operanti sul territorio regionale in settori produttivi ad alta tecnologia e competitive a livello globale». Leggasi Fincantieri.
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Il verbale stabilisce inoltre che Wärtsilä aggiorni il ministero sulle manifestazioni di interesse pervenute e che tanto il governo quanto l’azienda riferiscano ai sindacati delle diverse ipotesi di acquisizione e reindustrializzazione dell’impianto, «considerato strategico per l’industria del paese» e per il quale «il Governo si impegna a sostenere, con tutti gli strumenti a sua disposizione, il processo di reindustrializzazione».
La salvaguardia dei lavoratori
L’obiettivo espresso è la massima salvaguardia dei posti di lavoro diretti e dell’indotto, da perseguire anche attraverso l’eventuale insediamento di uno dei concorrenti di Wärtsilä (due o tre al mondo) nella produzione di grandi motori navali e generatori elettrici.
Il primo incontro di verifica relativo alle proposte di acquisizione si terrà a inizio marzo. Fino a quel momento la fabbrica lavorerà di certo a pieno regime e si valuteranno nel frattempo i piani industriali delle compagnie che avranno i migliori argomenti e le più sicure garanzie occupazionali per insediarsi a Trieste. Dalla primavera, tuttavia, il ritmo di produzione potrebbe scemare, perché la nuova fabbrica di Vaasa sarà entrata a regime. Per questo l’accordo prevede l’impiego di contratti di solidarietà a supporto dell’occupazione.
Il no dell’Usb
A non aver sottoscritto l’accordo è l’Unione sindacale di base, che in una nota a firma di Sasha Colautti rilancia invitando i lavoratori ad aderire allo sciopero del 2 dicembre:
“Dopo una manifestazione con 15000 persone in piazza, una mobilitazione straordinaria e continua da parte delle lavoratrici e dei lavoratori per difendere i propri posti di lavoro, ci sarebbe sembrato normale e anche doveroso che un qualsiasi accordo da sottoscrivere con Wartsila Italia Spa contenesse a chiare lettere la garanzia della salvaguardia totale dei posti di lavoro – si legge – . Quello sottoscritto ieri invece, non è nient’altro che il lasciapassare garantito all’azienda per l’uscita immediata dei motori, delle forniture e per la conseguente chiusura della produzione di motori sancita nero su bianco il 30 settembre 2023 dopo l’intervento degli ammortizzatori sociali. Il tutto senza essere certi dell’intervento di un reindustrializzatore, senza essere certi che nel caso in cui si concretizzi una delle manifestazioni di interesse quest’ultimo sia poi disponibile o in grado di riassorbire tutto il personale diretto e di garantire l’indotto. L’unico impegno sottoscritto da Wartsila dentro l’accordo infatti, è quello di “proseguire la ricerca di potenziali operatori interessati alla fabbrica”. Ci sembra davvero poco”.
“Sulla base di questi elementi, non certo di poco conto, come USB abbiamo infine dichiarato la nostra indisponibilità a sottoscrivere l’accordo con Wartsila, in assenza delle garanzie occupazionali da noi richieste – conclude la nota -. Non siamo disponibili ad accettare in modo arrendevole lo svilimento e l’abbandono di un intervento pubblico sulle politiche industriali a salvaguardia dei posti di lavoro. Per questo invitiamo tutte le lavoratrici ed i lavoratori ad aderire allo sciopero generale proclamato per il 2 dicembre”.
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