Ecco la classifica delle scuole veneziane: Majorana-Corner al top
Scegli un indirizzo e ti dirò in che scuola trovi l’eccellenza. Questa la logica che sta dietro Eduscopio, l’osservatorio della Fondazione Giovanni Agnelli per monitorare gli istituti di istruzione superiore. Sul podio nel veneziano ancora una volta è il liceo Majorana-Corner di Mirano, con risultati eccellenti per il Classico e per l’indirizzo di Scienze applicate, in rialzo per il Linguistico da cui non è molto distante nemmeno lo Scientifico tradizionale. Grande la soddisfazione della preside, Monica Guaraldo.
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«Il Classico è una scuola in cui i nostri ragazzi lavorano tantissimo, è gratificante anche per loro vedere che tanto sforzo si traduce in una preparazione eccellente», commenta. Infatti, al centro delle indagini di Eduscopio c’è proprio la preparazione degli studenti universitari, i voti degli esami e il numero di crediti conseguiti.
La ricerca ha scandagliato 1.289 diplomati di 7.700 scuole su tutto il territorio nazionale negli anni scolastici che vanno dal 2016 al 2019. Diplomati che arrivano all’università con il bagaglio delle scuole superiori, con le conoscenza assimilate nei tanti pomeriggi sui libri, con le esperienze maturate negli istituti in cui sono cresciuti sotto la guida di docenti più o meno appassionati.
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E ciò che c’è stato prima inevitabilmente emerge, dando loro una marcia in più. La dirigente del Majorana sottolinea come il merito non sia suo ma dei docenti che nonostante le mille difficoltà del sistema scolastico, ogni giorno entrano in classe e danno il loro meglio, trasmettendo non solo conoscenze ma anche tanta passione. «Questo risultato è l’esito di anni di lavoro», continua, «ma ricordiamoci che i dati Eduscopio sono comunque parziali, considerano solo alcuni aspetti».
Se il Majorana è il primo liceo classico del veneziano, l’istituto Bruno Franchetti gli tiene testa, totalizzando punteggi molto alti anche per il liceo Scientifico e Scienze applicate. Parte del risultato, a detta della dirigente Michela Michieletto, è anche merito del percorso pregresso alla scuola secondaria di primo grado, che fa arrivare nelle aule del loro liceo studenti molto preparati.
Alla domanda «cosa rende il suo istituto un’eccellenza?» esita ma non troppo, affermando con orgoglio «l’accoglienza». «Cerchiamo di prestare attenzione a quelle che possono essere le difficoltà dei nostri ragazzi e interveniamo non appena le individuiamo, sempre con la consapevolezza che è normale che queste ci siano, rientrano in quella che può essere definita come la cartina di informazione del percorso scolastico. La maggior parte delle attività extrascolastiche le dedichiamo al supporto agli apprendimenti, per non lasciare indietro nessuno. Non so se sia la formula giusta, ma andiamo avanti così».
Di formule se ne intendono anche gli studenti che si diplomano al liceo Galileo Galilei di San Donà del Piave, primo in classifica per lo Scientifico e quarto per Scienze applicate. Per il liceo Artistico, il Marco Polo di Dorsoduro gioca da solo, in concorrenza solo con un istituto trevigiano. Per il Linguistico, in vetta alla classifica c’è l’istituto Giuseppe Veronese di Chioggia, seguito da San Donà di Piave e Mirano. É la provincia, dunque, a ricevere i risultati migliori, a preparare al meglio i propri studenti.
Ad essere soddisfatta del risultato raggiunto è anche la dirigente dell’istituto tecnico 8 Marzo Lorenz di Mirano, Roberta Gasparini. La scuola è infatti la prima per gli istituti tecnici economici e tecnologici «un risultato che rende ancora più orgogliosi, visto il periodo difficile legato alla pandemia che abbiamo dovuto attraversare. Credo che sia questa la soddisfazione più grande: l’avercela fatta nonostante tutto» commenta. Arrivata ormai dieci anni fa all’istituto miranese, la preside racconta di come la molteplicità di indirizzi che ha sempre contraddistinto la scuola si sia trasformata da una difficoltà – soprattutto gestionale – a una risorsa. «Cosa ci rende un’eccellenza? La continuità del corpo docente, che garantisce il successo scolastico. Ma anche il senso di comunità, che vedo nei nostri studenti, non è certo una cosa scontata».