Autovelox spietati nel Bellunese, in un anno multe per oltre tre milioni
Gli autovelox più “spietati” della provincia di Belluno sono a Quero Vas. Ma anche il dispositivo di Levego, nel capoluogo, si difende bene. Ed è bene rispettare i limiti anche salendo al Passo Giau: anche lì, nel tratto di rettilineo che troppo spesso si trasforma in un autodromo per auto e moto, il velox non perdona. I dati, che sono stati pubblicati qualche giorno fa sul sito Altvelox.it, sono facilmente reperibili anche sul sito del ministero dell’Interno. La ricerca mostra quanto hanno incassato i Comuni nel 2021 con le sanzioni per violazioni al Codice della strada (i dati sono presi dai bilanci consuntivi, quindi è l’incassato reale) e in particolare per le multe fatte a chi ha superato i limiti di velocità. I Comuni che non figurano nella tabella hanno dichiarato di non aver incassato nulla.
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Il primato di Quero Vas
Quero Vas sfiora il milione di euro. Una cifra che deriva dai due autovelox installati all’ingresso della galleria di Scalon e a Santa Maria. Quello di Scalon è recente, è stato installato a luglio 2020, ed è probabile quindi che molte delle sanzioni rilevate nei primi mesi di funzionamento siano state pagate l’anno successivo. Così il sindaco Bruno Zanolla spiega la cifra che vede il suo Comune ai vertici della classifica dei maggiori incassi per multe da autovelox, con una precisazione: «Quest’anno credo saremo superati da Arsiè».
«La richiesta di installare un autovelox era arrivata dai residenti a Scalon», ricorda Zanolla. «Le auto sfrecciavano sulla strada principale e l’accesso alla frazione era sempre molto pericoloso. Per una serie di normative abbiamo dovuto installare il dispositivo un po’ più avanti, all’ingresso della galleria». Dove nei primi mesi ha fatto una strage di multe. Il limite in quel punto è di 90 km/h, moltissimi automobilisti lo hanno superato. «Ma quest’anno stiamo vedendo una diminuzione delle infrazioni», continua Zanolla. «Significa che sta funzionando, come deterrente. Perché non lo abbiamo installato per fare cassa, ma per migliorare la sicurezza». L’obiettivo, ora, è cercare di spostare quei dispositivi in prossimità dell’accesso alle frazioni.
Belluno
C’è il limite di 90 km/h anche a Case Fagherazzi, sulla Sp1 a Belluno in prossimità di Levego. E anche qui l’autovelox, in funzione dal 1° novembre 2020, ha fotografato centinaia di veicoli che lo superavano. In due mesi sono state staccate 1.500 multe. Nel 2021 le sanzioni sono state 10.659 a Case Fagherazzi, cui si aggiungono le circa trecento multe fatte con gli altri autovelox (Marisiga e i box prevelox), per un totale di quasi 11 mila sanzioni. Che fruttano al Comune di Belluno quasi 600 mila euro. Sarebbero ben di più, ma solo la metà delle persone che riceve una multa per aver violato il Codice della strada nel capoluogo la paga.
Sedico
Sono diminuite le multe staccate a Candaten. Nel 2018 ha fruttato circa 200 mila euro. Cifra scesa a 135 mila nel 2021. «Le auto hanno rallentato, il dispositivo ha svolto la sua funzione», evidenzia il sindaco, Stefano Deon. «Lo scopo che avevamo noi, ma anche la Prefettura che ci sollecitò a risolvere il problema dell’alta velocità in quella zona, era proprio quello di migliorare la sicurezza. Il beneficio c’è stato, ma c’è ancora chi corre troppo». A Sedico ci sono altri punti neri, ma nessuno in cui si possa installare un autovelox fisso.
Le multe annullate
I sindaci dichiarano di non voler fare cassa con gli autovelox, ma è innegabile che le risorse arrivino nei bilanci. Nel 2021 le multe per eccesso di velocità hanno portato agli enti bellunesi complessivamente 3.250.000 euro. Molte multe, però, sono state annullate dal Giudice di pace per la questione dell’omologazione degli apparecchi. «Poi però i Comuni fanno ricorso e molto spesso vincono», ricorda Stefano Deon. «Credo sia necessario un intervento chiarificatore a livello nazionale. Noi riteniamo di agire correttamente, nell’alveo delle normative».
Quero Vas ha appena vinto un ricorso: «La sentenza è chiarissima e crea un precedente», afferma il sindaco Zanolla. «Il sistema è conforme alla normativa, la multa era legittima». Ma solo nei mesi che vanno da giugno a novembre, il giudice di pace di Belluno di multe ne ha annullate una decina, quasi tutte perché i dispositivi di rilevamento della velocità non risultavano omologati ma solo approvati.