Riccardo e quella piccola grande bugia prima del dramma
Il cancello della casa della famiglia Faggin, in via Monferrato, zona Armistizio, è pieno di fiocchi rossi, di quelli che si mettono per festeggiare una laurea. L’altro giorno, a quanto ne sapeva la famiglia, il loro figlio maggiore, Riccardo, avrebbe dovuto discutere la tesi in Scienze Infermieristiche, la facoltà a cui era iscritto ormai da diversi anni. Doveva essere un giorno felice e invece si è trasformato nel peggiore degli incubi.
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Riccardo è morto in un incidente stradale e i genitori hanno scoperto che in realtà non aveva terminato il suo percorso di studi, come ha rilevato l’Università, e che non era prevista alcuna discussione di laurea.
«L’altra sera Riccardo era molto agitato, un atteggiamento comprensibile per un ragazzo che il giorno dopo avrebbe dovuto discutere la tesi», racconta il papà Stefano, titolare di un’azienda informatica e da 13 anni volontario della Croce Verde. «Ha preparato la cena a tutta la famiglia, gli piaceva molto cucinare, specialmente cibi esotici, e poi ha detto che sarebbe uscito un’oretta con gli amici, così, per allentare la tensione. So che è andato al bar Dedalo di Montegrotto, dove si trovavano di solito». All’una Riccardo non era ancora rientrato.
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«Ho pensato a come mai facesse così tardi prima di una giornata importante, poi mi sono detto che essendo agitato magari preferiva stare fuori con gli amici piuttosto che rigirarsi nel letto. Non sono una persona molto apprensiva, penso che chi ami non puoi chiuderlo in una campana». Alle 4 i vigili si sono presentati davanti alla porta della famiglia Faggin. «Ci è crollato il mondo addosso».
Era già pronta la festa di laurea
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L’altra mattina, dopo la discussione della tesi che Riccardo aveva detto tenersi all’ex ospedale di Monselice, ci sarebbe dovuto essere un piccolo rinfresco e poi in serata una cena con tutti i parenti al ristorante Peraretto di Cinto Euganeo. Sabato invece il 26enne aveva organizzato la festa a casa con gli amici. Quando nel primo pomeriggio di ieri papà Stefano e mamma Luisa hanno saputo che il figlio non aveva completato il percorso di studi è arrivata una seconda batosta. «Non sappiamo cosa pensare, in questo momento siamo confusi».
Stefano e Luisa avevano preparato anche una sorpresa per Riccardo, un regalo di laurea speciale: «Negli anni avevamo messo da parte una somma di denaro che gli avremmo voluto consegnare una volta laureato magari per un viaggio o per comprarsi qualcosa che gli piaceva».
«Ragazzo sensibile, non sopportava le ingiustizie»
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Ciò che resta al di là di tutto è il ricordo di un ragazzo buono e sensibile. «Vorrei trasparisse la sua grande capacità di aiutare gli altri. Riccardo era molto sensibile e se la prendeva in generale per le ingiustizie. Estremamente responsabile, non si metteva mai alla guida se aveva bevuto. Non aveva mai avuto un incidente in auto. Era anche atipico per certi versi, non amava la discoteca, gli piaceva piuttosto fare giochi di società o andare in montagna con gli amici».
La famiglia Faggin da luglio scorso aveva acquistato una casa a Cibiana di Cadore, proprio per questa passione per la montagna di Riccardo: «È capitato che andasse anche da solo. Andava su, leggeva un libro e si metteva in pace con il mondo». Quando tornava a casa ad accoglierlo oltre ai genitori c’era il fratello Enrico, più piccolo di 7 anni, e l’adorata cagnolina Frida.
«Adorava gli animali», dice la mamma. «Frida è stata in gran parte cresciuta da lui. Ha seguito diversi corsi online sull’addestramento dei cani e lei infatti lo ascoltava molto».
Riccardo è stato anche attivo in parrocchia: «Ha aiutato tante volte a preparare le feste. Faceva da mangiare o aiutava nell’organizzazione dei concerti. Era un ragazzo che si dava molto da fare e che non si tirava mai indietro quando qualcuno gli chiedeva una mano».
L’ultima tremenda ipotesi
Si sta anche cercando di capire - anche se al momento non risulta un interesse investigativo in questo senso - se l'incidente sia stato provocato da un errore umano, oppure da una scelta volontaria da parte della vittima che, in preda ad un momento di sconforto, potrebbe aver perso la necessaria lucidità. Impossibile escludere un malore improvviso del conducente, un colpo di sonno, l'attraversamento di un animale, un guasto meccanico o altro ancora.