Ivrea, innovazione, idee e imprese in edifici patrimonio Unesco
IVREA. Da un lato la fruizione turistica, dall’altro la rifunzionalizzazione degli spazi. Il Polo formativo è un esempio, l’Officina H è un teatro e sono aule che ospitano gli studenti del corso di laurea in Infermieristica, allievi di master e della scuola di psicoterapia. Quattro passi più in là, in via Monte Navale, la sede di Olivetti nella Casa Blu. La Direzione del benessere è una palestra con bar, ristorazione e centro benessere in un altro pezzo importante di edifici Olivetti lungo l’asse di via Jervis. Un altro esempio è l’Agenzia delle entrate, che ha casa in una parte dell’ex edificio Olivetti dei servizi sociali costruito, come il resto del complesso a pianta esagonale e con porticato, nella seconda metà degli anni Cinquanta su progetto dagli architetti Luigi Figini e Gino Pollini. Lo stesso edificio ospita un istituto formativo dedicato alla leadership (Oli) e anche un bar (L’Esagono). Pronta a nuova vita anche per le ex Sertec, prestigiosa sede dell’engineering Olivetti di servizi all'edilizia civile e industriale. Per l’uso nudo del cemento rientra tra le poche testimonianze di arte brutalista in Italia, realizzata su progetto dell’ingegnere milanese Ezio Sgrelli (1968). Via Jervis è la core zone del sito Unesco e, via via, gli edifici si stanno popolando. La fabbrica di mattoni rossi e le Officine Ico hanno imboccato una strada di rinascita, con un obiettivo di diventare uno spazio vivo della città, un catalizzatore di energie e di innovazione, un luogo fisico di lavoro, ricerca, incontro, discussione, eventi. Era il marzo 2018 quando nacque Icona, una società promossa da Andrea Ardissone, presidente di Aeg, e Alberto Zambolin, di Message, che sono riusciti a mettere insieme una ventina di imprenditori con l’ambizioso obiettivo di acquistare e rigenerare la fabbrica di mattoni rossi, il più iconico della storia Olivetti, il luogo fisico dove tutto cominciò.
Nessuno immaginava, nel 2018, che due anni di pandemia avrebbero rimescolato le carte di come si concepisce il mondo, ma lentamente la Ico ha ricominciato a popolarsi. I primi ad arrivare sono stati i lavoratori di Wind, poi Rekeep, Ribes Solutions, Message, Quintetto, Osai cnc, computer numerical control. È nata e lì vive anche Ico impresa sociale, un laboratorio di pensiero critico che organizza eventi, promuove formazione e progetti di innovazione sociale. Lo stesso Visitor’s centre ha sede in quegli spazi. E alle Officine Ico a breve arriverà Mavel spa, società valdostana di ricerca, sviluppo e produzione di prototipi e specializzata nell’ambito di gruppi propulsori per l’elettrico per l’automotive la mobilità in genere. Mavel è diventata anche socia di Icona. L’obiettivo è quello di sviluppare alle Officine Ico un modello di business che si basa sul concetto di fabbrica leggera, focalizzato su piccole produzioni e accompagnamento delle produzioni di massa nella transizione ecologica dei loro sistemi di trazione da termici ad elettrici. Sempre in tempi brevi si insedierà anche C.Next, progetto di trasferimento e condivisione tecnologica nato dalla collaborazione tra Icona e Como Next. Il nome della società si pronuncia see next, riferimento al guardare avanti, alla prossima innovazione. Professional link, operatore di telecomunicazioni business to business è tra gli ultimi soci entrati in Icona e si occuperà delle connessioni.
Se la vera heritage (eredità) Olivetti si può condensare nell’obiettivo di diventare un catalizzatore di innovazione aperto alla città e al territorio, il tutto passa attraverso ai molti imprenditori che ci credono e sono disposti ad investire. Andrea Ardissone, presidente di Icona, sottolinea che la società ha finora investito circa sei milioni di euro: «Certo, il lavoro da fare è molto, ma se guardiamo al percorso fatto fin qui, siamo soddisfatti. Ci troviamo con diverse aziende insediate, progetti legati all’innovazione avviati. La bonifica sulla fabbrica di mattoni rossi, che era attesa da un decennio, è stata completata e l’architetto Cino Zucchi ha lavorato e ha elaborato un grande progetto di rigenerazione urbana. Un passo alla volta, stiamo ridando vita a questi spazi». Al momento, tutti gli investimenti di fabbrica di mattoni rossi e Officine Ico sono privati.