Croce Rossa sfrattata a Stradella, i volontari cercano un nuovo capannone
STRADELLA
La Croce Rossa di Stradella alla ricerca di un nuovo capannone per parcheggiare i mezzi di emergenza e per stoccare i generi alimentari per le famiglie bisognose.
Dai volontari parte l’appello ai Comuni di Broni e Stradella perché aiutino il comitato a trovare un altro centro operativo per non dover sospendere un servizio che assiste quasi mille persone sul territorio oltrepadano. Attualmente, infatti, la Croce Rossa di Stradella è in affitto (10 mila euro all’anno) in un capannone in via Bianchi che viene utilizzato in parte come ricovero dei mezzi di protezione civile, da impiegare in caso di emergenza, in parte per stoccare i rifornimenti di cibo con cui i volontari preparano i pacchi alimentari per le famiglie povere assistite sul territorio: la proprietà, però, ha comunicato di recente la volontà di vendere il capannone e, nei tempi previsti dalla legge, ha chiesto alla Croce Rossa stradellina di lasciare l’immobile entro la scadenza del contratto, nella primavera del prossimo anno. E così i volontari hanno iniziato la ricerca di un altro capannone dove trasferire mezzi e materiale e proseguire il servizio.
«Ogni mese assistiamo circa 300 famiglie, che vuol dire oltre 900 persone, in gran parte di Stradella, ma anche di Broni e dei paesi della collina – spiega il presidente del comitato Cri, Fabio Bianco -. La maggior parte di loro viene direttamente sul posto a ritirare gli aiuti, a chi è impossibilitato invece facciamo noi la consegna».
Per questo, il nuovo capannone dovrebbe trovarsi in un luogo facilmente raggiungibile e logisticamente adatto per le manovre di mezzi pesanti, ma anche che garantisca una certa privacy per le persone che vengono a ritirare i pacchi alimentari.
«A breve avremo ancora un incontro con i sindaci di Stradella e Broni per sottoporgli il problema – conclude Bianco -. Tra l’altro, se fossimo costretti ad interrompere il servizio, a cui noi teniamo molto e vogliamo portare avanti, nonostante sia basato tutto sul volontariato e mettendo a disposizione il nostro tempo libero, queste persone si riverserebbero nei Comuni, già oberati di richieste, per chiedere aiuto».
Ma il tempo stringe: se il contratto d’affitto, salvo proroghe, scade nella primavera 2023, bisogna trovare una soluzione al più presto per avere il tempo di traslocare cibo e mezzi e ripartire con l’attività nella nuova sede. Oliviero Maggi