Zaia “battezza” il vino bio delle suore di clausura prodotto nell’abbazia
Il 9 dicembre le porte del monastero di clausura di San Giacomo di Veglia si apriranno al Prosecco, in particolare al nuovo “Prosecco Superiore Docg di Abbazia”. Lo terrà a battesimo il presidente Luca Zaia, anche lui per la prima volta oltre la grata delle claustrali, insieme a Sarah dei Tos, titolare de “La Vigna di Sarah”.
Le suore e il vino
Il vigneto è quello coltivato dalle 30 claustrali che vivono nel convento. A fare gli onori di casa sarà la madre abbadessa Aline Pereira. Che annuncia: finalmente potremo degustare questo nuovo prodotto, annunciato alla vendemmia notturna “Grappoli di Luna” di La Vigna di Sarah il 9 settembre.
In quella circostanza il monastero si era aggiudicato il premio “La vigna di Sarah bio per l’agricoltura eroica”. Sarah dei Tos ammette, dal canto suo, che questo antico monastero rappresenta il massimo della sostenibilità e della biodiversità: non solo naturale, ma anche culturale, sociale, perfino morale, oltre che economica.
«Un territorio dove il patrimonio culturale, storico/artistico e religioso crea un connubio perfetto con la storia delle persone che lo vivono, tra le quali ci sono anche bravi vignaioli».
Scelta etica
Il nuovo prodotto è un Prosecco Docg Brut da bere in tutte le occasioni. Questa etichetta nasce grazie alla collaborazione tra il monastero dei Santi Gervasio e Protasio e Sarah dei Tos, che assicura: «Credo fortemente nella valorizzazione e salvaguardia delle risorse del nostro territorio, sia per scelta etica che per una forma di rispetto per la salute del consumatore, che può degustare un prodotto di alta qualità».
Bio e salute
Il vigneto si trova all’interno della struttura claustrale, fra le due barchesse. Le monache provvedono loro stesse alla cura della vigne, avvalendosi saltuariamente di contributi esterni. Sara Dei Tos, vignaiola per vocazione, crede nella necessità di una trasformazione dell'agricoltura verso il biologico come unica strada percorribile per rispettare la sostenibilità del territorio.
«Bisogna fare una scelta consapevole di salute anche a tavola e, non meno importante, avere un prodotto finito di vera qualità – afferma -. Elementi imprescindibili, soprattutto dopo la pandemia che ci ha fatto riscoprire i veri valori importanti della vita anche a tavola, portando le persone a fare una selezione dei prodotti a favori di quelli validi e sani a degustare».