Ism, la lenta discesa agli inferi nell’indifferenza di Gradisca: «La salvezza? Non è d’obbligo»
foto da Quotidiani locali
GRADISCA. Il cielo si tinge di blu scuro sullo stadio “Gino Colaussi”. L’Ism Gradisca, naturale erede di quell’Itala prima ed Itala San Marco poi che tante belle e importanti pagine ha regalato al calcio gradiscano e regionale in oltre un secolo di grande storia, naviga a vista in fondo alla classifica di Prima Categoria.
Zero punti, zero vittorie, una manciata di gol all’attivo e una media di oltre 5 gol incassati ogni domenica da dodici turni a questa parte. Una situazione, per la verità, neppure inaspettata dopo la turbolenta estate vissuta dal club gradiscano: partita in ritardo la campagna di allestimento della squadra, era arrivata dapprima la rinuncia alla partecipazione al girone di Coppa Italia e poi – campanello d’allarme rosso – anche la richiesta di rinvio della prima di campionato per carenza di giocatori in organico.
Successivamente il club ha rattoppato in corsa come meglio ha potuto: lo storico dirigente Eros Luxich ed il nuovo diesse Francesco Volante, capitani in mezzo alla bufera, hanno messo assieme un manipolo di ragazzi locali – capitanati dall’unico superstite della scorsa stagione, il centrocampista Alessandro Famea – ed un vero e proprio melting pot multietnico, composto da tanti giocatori stranieri perlopiù di origine africano (nigeriani, mauritani, maghrebini) ma c’è persino un iracheno, rimasti svincolati dalle rispettive società, fra cui alcuni reduci dall’esperienza triestina vissuta in seno al Costa International dell’allenatore (poi dimissionario) Maurizio Sciarrone.
Quindi la stagione maledetta dei gradiscani ha vissuto un altro brutto e triste capitolo: il gravissimo infortunio patito dal portierino in prova Gianluca Coccolo, uscito miracolosamente illeso da uno scontro di gioco durante una partitella che gli aveva causato una microfrattura alla tempia.
Scioccata, partita in ritardo rispetto a tutte le altre squadre e con un’alchimia (e una condizione) ancora tutte da trovare, l’Ism Gradisca stava lavorando col tecnico Fabrizio Donda alla ricerca di un’identità, quando la società ha deciso il cambio al timone: un sentito ringraziamento al trainer per averci provato, un nuovo allenatore è in arrivo.
Dalle parti di via dei Campi attualmente c’è davvero poca voglia di parlare: «Stiamo lavorando per rinforzare la squadra, in panchina e sul piano dell’organico – le uniche parole della dirigenza –. Proveremo a non perdere contatto con le altre compagini invischiate nella lotta per non retrocedere. Sarà come scalare l’Everest, ma il campionato è appena ad un terzo e in fondo non abbiamo più nemmeno la pressione di doverci salvare a tutti i costi visto da dove siamo partiti. Finché vi sarà speranza, ci proveremo».
Ecco perché la vera salvezza dell’Ism (o del calcio in paese?) si gioca in realtà fuori dal campo, dove l’indifferenza nei confronti del club sta raggiungendo livelli mai conosciuti. Specchio di una cittadina spesso naif, ove i profeti in patria non è che non siano rispettati: non vi sono proprio. All’orizzonte lo scenario di una Gradisca che il prossimo anno potrebbe avere due compagini militanti nello stesso campionato: la Seconda Categoria. L’ultima serie attualmente prevista dalla Federcalcio del Friuli Venezia Giulia.
Anche se la Fortezza, giovane, meritevole ed entusiasta realtà, potrebbe anche riuscire a mettere la freccia verso la salita in Prima Categoria. E il derby gradiscano 2.0, sogno per qualcuno e sconfitta secondo altri, non si farebbe.
Gli addetti ai lavori già sono stati accusati di essere di parte per avere osato chiedersi se abbia senso, per una cittadina di seimila abitanti, avere due squadre di calcio fluttuanti nell’aurea mediocritas, due tornei internazionali di calcio giovanile che si fanno la guerra, e tutti gli sport di squadra che in genere lottano con l’austerity nelle categorie più basse dello sport locale (se si eccettua il miracolo del basket in carrozzina in serie B).
Sì, siamo di parte: dalla parte del buonsenso. Ci si riunisca attorno ad un tavolo e si rispolveri quell’idea di Polisportiva, oggi più che mai attuale, lanciata a suo tempo dal noto dirigente sportivo ex sindaco Franco Tommasini. Altrimenti l’Ism sarà la prima a sparire, ma la lista si allungherà molto presto. Nell’indifferenza generale. Of course.