Il ritorno dei riti epifanici nell’Isontino, il fuoco a Vermegliano accende la speranza davanti a tremila persone

Un anno per i primi mesi incerto, ma che, nel secondo semestre, dovrebbe riservare qualche positiva sorpresa. Ecco il responso che ha decretato la direzione del fumo che, ieri sera, si è sprigionato dalla Seima che, a Ronchi dei Legionari, è stata riproposta, dopo due anni di stop, dal circolo della Protezione civile e dall’amministrazione comunale.

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Erano le 18 precise quando il sindaco, Mauro Benvenuto, ha acceso la grande catasta di legna e ramaglie che, in pochi attimi, ha rischiarato la serata sulle pendici carsiche sopra l’abitato del rione di Vermegliano. Dapprima, bianco e copioso, il fumo si è diretto a nord, quindi delineando una certa incertezza, poi si è spinto dritto dritto al cielo, segno che qualcosa cambierà, si spera in positivo. Una tradizione rispettata, quella della Seima di Ronchi dei Legionari che, per la 34.esima edizione, è stata riproposta dal circolo presieduto da Claudio Padovan. A fare gli onori di casa il coordinatore del distretto “Carso Isonzo”, Ennio Medeot, uno degli artefici della rinascita di una tradizione che, nel passato, era stata promossa dalla Pro Loco guidata dall’indimenticabile Renato Burigato.

E che la tradizione piaccia lo dimostrano le oltre 3 mila persone che, da piazza Santo Stefano, hanno raggiunto la località “Prati del Vecchio” percorrendo la “Serpentina in monte” illuminata da centinaia e centinaia di lampadine. Donne e uomini, giovani ed anziani, tutti “rapiti” dal fuoco, curiosi di capire come sarà il 2023.

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Tanta, tantissima gente che, non va dimenticato, ha potuto anche fruire della ricca offerta culinaria, fatta di 350 panini, 90 litri di minestrone e 120 litri di vin brulè. Una bella macchina organizzativa curata da 30 volontari, alcuni dei quali, per tutta la notte, hanno vegliato per garantire che le fiamme, anche quelle residue, non avessero ripercussioni sulla vegetazione. Le offerte lasciate dalla gente andranno proprio per l’acquisto di attrezzature della Protezione civile. «Questa è una delle nostre antiche e belle tradizioni – ha detto il primo cittadino ronchese Benvenuto – una di quelle che rappresentano una comunità forte e coesa. La dimostrazione è rappresentata da chi la porta avanti con tanta passione e dalla folta presenza di ronchesi e non».

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Tra i ronchesi che meritano di essere citati anche Marco Martin, rientrato dalla Florida per trascorrere le vacanze natalizie nella terra natale. Marco ha sposato Raiza che ha conosciuto nella Repubblica di Cuba. I coniugi sono tornati in Italia soprattutto per festeggiare i 25 anni di matrimonio a Vermegliano dove si sono sposati. Marco, nel 1996 è andato a Cuba dove ha conosciuto Raiza che nel 1997 è venuta in Italia per conoscere la sua famiglia. Dopo il fidanzamento, i due si sposarono nell’ottobre di quell’anno. Dalla loro unione sono nati Debora che oggi svolge la professione di avvocato e Nicola che si sta laureando in ingegneria. Nel 2004 la coppia ha deciso di trasferirsi in Florida, a Tampa.

La tradizione delle Seime si è rinnovata anche in tanti comuni della bisiacaria, fra cui Fogliano Redipuglia, proposta dai Rangers e dal circolo San Giacomo.

“Dreta imburida”, sottolineano i vecchi, segno inequivocabile che ci spetta, speriamo, un’annata di grande abbondanza. Un’antica usanza, quella delle Seime, tra il sacro ed il profano, che ci riporta alla notte dei tempi, quando si guardava la direzione del fumo per capire come sarebbe andato il raccolto. —

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