La storia di Keeran, il cane ucciso da un cacciatore: «Sembrava un cinghiale»
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Una trentenne originaria di Udine ha perso il suo lupino del Gigante nelle Marche, nel terreno di sua proprietà
UDINE. Il suo cane non c’è più. Non è rientrato dal suo quotidiano giretto, nel terreno di proprietà. È stato scambiato per un animale selvatico – un cinghiale, a causa del pelo scuro – da un cacciatore, che lo ha ucciso nella mattinata di domenica 15 gennaio. Di Keeran, un lupino del Gigante, alla sua proprietaria non resteranno che i ricordi. Tanti, belli. Fatti di coccole, passeggiate, corse a perdifiato, ma anche di impegno, perché l’animale, un anno e mezzo, veniva utilizzato nel lavoro di recupero comportamentale e di aggregazione sociale dei cani.
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Francesa Bertolutti, trentenne udinese, laureata come tecnico veterinario con una laurea magistrale in scienze naturali in fase di completamento, da oltre un anno si è trasferita in provincia di Fermo, nelle Marche, in una casa in campagna circondata da 30 ettari di terreno dove vive con il compagno e i loro cani e gatti. Lì hanno avviato una attività di recupero comportamentale dei cani e, oltre ai loro (una dozzina), ne arrivano continuamente altri che presentano appunto atteggiamenti da correggere.
«Come ogni mattina – racconta Francesca – il mio compagno ha portato i cani a sgambare nella nostra proprietà. Ne aveva otto con lui. Avendo visto un cacciatore in compagnia di un bambino vicino alla nostra proprietà lo ha avvisato di fare attenzione, proprio per la presenza dei cani. Udendo poi uno sparo e non vedendo tornare Keeran, nonostante i ripetuti richiami, si è allarmato ed è venuto a chiamarmi. Siamo andati insieme a vedere – prosegue la trentenne – e abbiamo trovato Keeran nei rovi che delimitano la proprietà senza vita: un cacciatore, che abbiamo rintracciato e che nel frattempo era stato raggiunto da un collega, lo aveva scambiato per un cinghiale. Un dolore immenso, ancora stento a crederci. Keeran era un componente della famiglia – sottolinea Francesca – e per noi è una perdita affettiva enorme. Senza contare che era proprio bravo nel suo lavoro, lo impiegavamo per le aggregazioni sociali per il suo grande equilibrio».
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Quello di domenica è stato un incidente, ma avrebbe potuto finire anche in modo peggiore. «Il cacciatore avrebbe potuto colpire uno di noi» conclude la proprietaria, che ha affidato anche ai social tutto il suo dolore. «Mai avrei pensato che le tue foto di stamattina sarebbero state le ultime, per colpa di un cacciatore – ha scritto poco dopo la perdita dell’amato cane –. Questo è ciò che resta di te. Sei stato il regalo più bello della mia vita». A corredo del post, le foto dell’animale ormai esanime.
Nelle prossime ore la proprietaria denuncerà l’accaduto alle forze dell’ordine, prima ha atteso la visita del veterinario che attestasse la morte del lupino del Gigante a causa di un proiettile del tipo di quelli utilizzati per sparare ai cinghiali.