L’ideologia che rimuove la realtà
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A Milano le misure comunali anti-traffico non abbattono l’inquinamento. E che si fa, allora? Semplice, si aumenta il prezzo dei mezzi pubblici...
Lo ha scritto il Corriere della Sera: «Smog, Milano maglia nera nel 2022: tre mesi di aria fuori legge. L’anno peggiore degli ultimi cinque». Lo ha scritto il Corriere, quindi non si discute, cioè il quotidiano milanese che di sicuro - diciamo così - non è tendenzialmente avverso a Giuseppe Sala & Co. Oltre a questo, come se non bastasse, i biglietti per i mezzi pubblici aumenteranno di 20 centesimi mentre rimarranno invariati i prezzi degli abbonamenti. Pensate a che punto siamo arrivati: a questo provvedimento si sono addirittura dichiarati contrari i Verdi e hanno detto una cosa di buon senso che sarebbe riassumibile nella famosa definizione «becchi e bastonati» in quanto, hanno spiegato, è profondamente sbagliato nel momento in cui chiediamo ai cittadini di lasciare l’auto a casa e usare il mezzo pubblico. Lo ha affermato Carlo Monguzzi, il «pontefice» dei Verdi milanesi e lombardi che, ormai, ha superato gli anni di pontificato di Giovanni Paolo II. Per la verità il ragionamento di Monguzzi non fa una grinza. Vediamo perché.
Partiamo dall’inquinamento. Nel 2022 si è sforato 91 volte il limite giornaliero di Pm 10, vale a dire che le polveri Pm 2,5 sono state superate. Non accadeva dal 2018. Quindi i provvedimenti di Sala sono linguisticamente e semanticamente definibili come «provvedimenti mazza», nel senso che non sono serviti a una mazza. Ci fanno tornare alla mente quelli regionali che prevedevano lo stop al traffico e divieti vari e, dopo i provvedimenti stessi, la situazione rimaneva invariata e qualche volta peggiorata. Eppure si va avanti. Perché? Semplice: ci sono due modi di guardare alla realtà: uno è quello del pregiudizio ideologico per cui, indipendentemente dai risultati, si ritiene come giusto un provvedimento che risponde alle proprie idee; c’è un secondo modo di guardare alla realtà (i filosofi lo chiamano «etica consequenzialista») che giudica un’azione, un provvedimento personale o pubblico dalle sue conseguenze, cioè si giudica giusto o ingiusto a seconda di quello che produce concretamente. Ideologia da una parte e realismo dall’altra.
Area alfabeto: zona A, zona B, zona C, biciclette e piste ciclabili, monopattini (completamente fuori controllo) e amenità del genere - lo dice il Corriere - evidentemente non sono serviti a niente. Infatti nel 2022 si è sforato il limite giornaliero delle polveri sottili. L’Unione europea, quella della transizione ecologica osannata da Sala al pari del santo patrono nei piccoli paesi di campagna, indica come limite massimo annuale 35 giorni, ossia un terzo; quindi il sindaco di Milano, paladino delle direttive europee a parole, nei fatti le ha rispettate una volta su tre, che per un pasdaran è effettivamente un po’ poco.
Qualcuno ha già detto per difendersi che tutto questo è dovuto all’effetto ripresa post-Covid. Ma cosa c’entra la ripresa del dopo pandemia se siamo tornati a qualcosa che accadeva nel 2018, «Sala regnans»? Il Covid, come è noto a tutti, sarebbe arrivato due anni dopo. Nel frattempo, in questi cinque anni Sala è intervenuto pesantemente sulla regolazione del traffico milanese che ritiene essere la maggiore causa di smog, quando è noto che le fonti di inquinamento sono anche altre e tra l’altro pubbliche (per esempio le caldaie comunali e alcuni mezzi di trasporto). Sarebbe più onesto proporre, da parte di questa giunta milanese, il seguente ragionamento: l’ideologia ambientalista mi porta voti; quindi, avanti con i provvedimenti che lisciano il pelo a chi la pensa nello stesso modo; e poiché ho bisogno di rimpinguare le casse comunali, colpisco i poveri automobilisti, così da una parte faccio il figo con l’ambientalismo e dall’altra li fotto rendendogli la vita impossibile. E chissenefrega se la maggioranza di questi automobilisti è gente che appartiene ai redditi medio bassi e non saprebbe come arrivare sul posto di lavoro in tempi decenti, soprattutto se abita in periferia o nell’hinterland.
Detto ciò, si aumentano pure i biglietti dei mezzi pubblici. Notare che a Bari l’abbonamento annuo è stato ridotto a 20 euro (e certamente non si può dire che il comune di Bari abbia più soldi di Milano). Quindi, in definitiva, ti bastono affinché tu prenda i mezzi pubblici e poi ti ri-bastono aumentando i mezzi pubblici sui quali, con questi provvedimenti sfolla-gente, ti ho costretto a salire. Come potremmo definire tutto questo? Un ammasso maleodorante di ingiustizie? Una fogna di iniquità? O, come si dice in Toscana, un «troiaio», nel senso di una schifezza? E senza alcuna allusione al mestiere più antico del mondo. Scelgano le lettrici e i lettori. n
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