Vincenzo Tiné tornerà a guidare la Soprintendenza di Padova
foto da Quotidiani locali
Come una staffetta: Fabrizio Magani lascia la soprintendenza di Padova e in via Aquileia torna Vincenzo Tiné, protagonista di un brevissimo incarico padovano di appena tre mesi, da agosto a novembre del 2019.
VALZER DI SOPRINTENDENTI
Il “valzer” di soprintendenti in tutta Italia non è ancora ufficiale ma le nomine sembrano ormai definite. E per quanto riguarda il Veneto ruotano intorno a pochi protagonisti. Fabrizio Magani infatti andrà in Laguna ad occuparsi di archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e il territorio della Laguna (il resto della provincia invece è sotto la direzione della sede di Padova, così come le province di Treviso e Belluno).
Magani però dovrebbe avere una delega anche su Verona, occupandosi così delle due principali mete turistiche della regione.
L’attuale soprintendente di Venezia, Emanuela Carpani, di origini lombarde, dopo 7 anni in Laguna andrà a gestire l’ufficio delle Belle arti di Milano. Appare sicura anche la nomina dell’imolese Francesca Tomba alla soprintendenza di Bologna.
IL RITORNO DI TINE’
Nella città del Santo dunque dovrebbe ritornare Vincenzo Tiné, 59 anni, che come Magani è un padovano. Ha al suo attivo l’aver gestito la soprintendenza della Liguria, a Genova, assieme a un incarico di docenza in “Legislazione e valorizzazione dei beni culturali” all’università del capoluogo ligure.
Ancor prima, dal 2009 al 2015 era stato responsabile solo per i beni archeologici di tutto il Veneto, occupandosi dei principali musei del territorio:Altino, Adria, Este, Caorle, Fratta Polesine e Portogruaro-Concordia. Di formazione è archeologo, con un dottorato di ricerca in Storia antica.
Nei tre mesi a Padova Vincenzo Tiné aveva più volte preso posizioni molto critiche sulla permuta delle palazzine liberty di piazzale Boschetti, nonché sull’edificio della Nuova Pediatria a ridosso delle Mura. Un dossier che in realtà è ancora aperto, nonostante i lavori di costruzione siano già iniziati.
L’Azienda ospedaliera infatti deve ancora definire il masterplan per la sistemazione del Parco della Mura e dunque della fascia di 26 metri che separa il nuovo edificio dalle Mura cinquecentesche. Su questo progetto penderà il giudizio della Soprintendenza.
LE PARTITE APERTE
In questi anni molte questioni in realtà si sono risolte. Ma restano ancora molti i dossier aperti sul tavolo del soprintendente. Si dovrà decidere sull’eventuale proroga dell’allargamento dei plateatici nelle piazze concesso per il post pandemia (e a Verona Tiné era contrario). Altra posizione critica nella città scaligera era stata sull’illuminazione con il tricolore italiano dell’Arena di Verona, vietata dal soprintendente per il pericolo di deturpare il monumento. Una posizione che potrebbe mettere a rischio il videomappaing natalizio.
Ma è soprattutto il caso del Gattamelata ad essere al centro dell’attenzione nelle ultime settimane: Magani era stato chiamato nella commissione di esperti voluta dal Vaticano per valutare le condizioni della statua ed eventualmente decidere sullo spostamento in un museo e la sostituzione con una copia. È da capire se resterà comunque tra gli esperti o verrà sostituito dal nuovo soprintendente. —
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