Ivrea ritrova il suo Belvedere Qr code sulla chiesa sottoterra
foto da Quotidiani locali
Ivrea
Il Club Unesco ci ha messo l’idea, l’urgenza e la tenacia. I costruttori Cogeis di Quincinetto e lo storico Fabrizio Dassano, la disponibilità a starci senza chiedere un centesimo. Anche il Comune ha fatto la propria parte donando cinque fioriere che sono state collocate proprio giovedì, in una limpida mattina di metà gennaio. E così la prima sistemazione è andata a compimento: eccolo il Belvedere di Ivrea, finalmente degno di questo nome.
Siamo in piazza Castello, nella parte del piazzale che si protende verso via Arduino. Luogo suggestivo che offre un panorama unico, apprezzato dai turisti e dagli eporediesi che a questa parte di Ivrea, complice la dimora del Conte Verde, attribuiscono un forte significato identitario. Eppure in pieno stato di abbandono. La novità è che oggi il Belvedere di Ivrea è passato dall’essere la prima bruttura che ti si para davanti quando arrivi in cima a via Delle torri, a piccolo spazio curato dove fermarsi ad ammirare il paesaggio. E conoscere la storia dell’antica chiesa dei Santi Pietro e Donato che si trova sotto il livello di piano (edificio di culto ai margini del ghetto, poi cimitero, ostello e taverna per viandanti), riguardo la quale gli aneddoti non si contano.
Ormai quasi quattro anni fa, il Club Unesco si era messo in testa di valorizzarlo, questo luogo, con un progetto poi fatto visionare alla Curia che detiene la proprietà del terreno. Un iter non semplice che ha incontrato vari ostacoli tecnici, primo fra tutti l’impossibilità di intervenire in modo “invasivo” proprio per la presenza sotterranea dei reperti storici (per invasivo si intende piante con radici). La prima versione del progetto venne per forza di cose respinta.
«A quel punto abbiamo deciso di rivederlo per renderlo compatibile con lo stato dei luoghi – spiegano Carla Ajra e Antonio Frassà del Club Unesco –. Da lì la versione entrata nella fase esecutiva in questi giorni, sottoposta anche al vescovo. Non ci vorrà molto. Se siamo riusciti ad arrivare fino a qui è grazie a chi ci ha dato una mano a costo zero, questo è fuori discussione». Nel complesso la spesa sarebbe stata dai tre ai cinquemila euro, insostenibile. All’appello a fare offerte di qualche mese fa, ha risposto la ditta Cogeis. Che ha fornito 20 metri cubi di ghiaia con cui è stato livellato lo spiazzo e la manodopera. Il Comune ci ha messo a sua volta fioriere e vasi. Mentre con Fabrizio Dassano «contiamo di realizzare dei pannelli Qr Code sulla storia di questo luogo, lui sarà la voce narrante e farà il video».
Pannelli che disporranno anche di una versione per ipovedenti. E il verde? «Di sicuro piante facili da gestire, ne stiamo ragionando con i vivaisti». Dopo di che sarà fissata la data dell’inaugurazione.