Miramonti, offerta da 110 milioni di euro: «Non lo venderemo mai»
«Dopo aver ricevuto oggi sette diverse proposte di acquisto dell’hotel, siamo qui a ribadire che il Miramonti non si vende per nessuna cifra».
Perché la famiglia Zanchetta, ossia la Geturhotels, che gestisce il Miramonti Majestic, se n’è uscita ieri pomeriggio con quest’affermazione tanto perentoria? Evidentemente è un monito verso coloro che, nella prospettiva delle Olimpiadi del 2026, cercano di speculare. Per il Miramonti è stata offerta, si badi, la straordinaria cifra di 110 milioni di euro. Non solo, evidentemente, per la sua storia, per i suoi 200 posti letto, ma anche per l’ampia area coperta, che a qualche investitore, straniero soprattutto, fa davvero gola. Evidentemente per i possibili ampliamenti. La proprietà del Miramonti ha capito il gioco che si sta tentando alle sue spalle e sta reagendo. A muro duro. Quella uscita ieri è la terza nota stampa. Altre ne seguiranno. Di sicuro dopo l’incontro di domani, alle 16, in prefettura a Belluno, tra la proprietà, il sindaco Gianluca Lorenzi, i Vigili del fuoco ed altre autorità; per reagire pesantemente qualora il risultato fosse quello di andare alla chiusura del Gran Hotel. Il tentativo, in queste ore, da parte di Geturhotels, è quello di ottenere almeno una proroga dei termini per consentire di consegnare tutte le certificazioni e le analisi richieste e, soprattutto, per avviare i lavori, se non per completarli, là dove possibile in breve tempo.
«I controlli eseguiti in hotel tramite tecnici terzi ci confermano la regolarità della struttura», fanno sapere dal Miramonti. Una verifica puntuale è stata compiuta venerdì dallo studio Fascina di Belluno. La proprietà, dunque, anticipa – sicura dell’esito dei riscontri – che «la certezza che l’albergo non chiuderà mai si concretizzerà lunedì al tavolo tecnico con le pubbliche autorità perché la verità viene sempre a galla. Sarà anche frase fatta, ma soffriamo nel pensare che quanto successo a noi potrebbe accadere anche ad altri solo per causa di una persona così stravagante», si legge nella nota con riferimento all’ospite che ha fatto intervenire i vigili del fuoco. Dura la presa di posizione di Geturhotels nei confronti di chi si è avvertito insicuro per le condizioni dell’albergo. «La cornice di monti che si può fotografare da un balcone del Miramonti, ma che comunque si può ammirare da qualsiasi hotel di Cortina, potrebbe risentirsi di un tale affronto, che non ha ragioni e limiti alla decenza», scrive Getur nella nota, «pensando a quanto entusiasmo, passione e dedizione instancabile sono impiegati per farsi trovare pronti ai grandi eventi di Cortina, noi insieme a tutti gli operatori e le autorità pubbliche, siamo amareggiati nel constatare quanta importanza venga data a chi infidamente alza la voce infangando il buon nome di Cortina. La domanda sorge spontanea: manca un estintore o ci sono sotto altri interessi?», si chiedono i Zanchetta.
E da qui la loro reazione, quasi arrabbiata, agli investitori o loro emissari che si sono fatti vivi ieri. «Ci mettiamo cuore, anima, abbiamo sempre fatto tutto con le sole nostre forze, senza mai avvalerci di sostegni pubblici anche quando erano permessi», reagisce la proprietà, «questo ci dà forza e ci rende orgogliosi di aver lavorato sostenuti dallo spirito di squadra instaurato con tutti i nostri collaboratori. Difendiamo senza se e senza ma l’onore e il lavoro dell’imprenditoria alberghiera di Cortina. Ringraziamo con tutto il cuore i nostri graditi ospiti, tutti i nostri apprezzati collaboratori, le autorità e tutti coloro che ci stanno sostenendo in queste ore».
Stefano Pirro, presidente dell’associazione albergatori di Cortina, dice di comprendere la reazione di Getur. «Sarebbe la stessa di ogni nostro associato che si trovasse nelle medesime condizioni. Sia chiaro», afferma, « gli albergatori vogliono rispettare norme, regole, vincoli, insomma tutte le leggi sulla sicurezza, che garantiscono una puntuale accoglienza. Ma c’è modo e modo di intervenire. Siamo fra due Coppe del mondo; in presenza delle settimane bianche. E in una stagione che ha già il respiro delle Olimpiadi». Dunque? «La cautela è d’obbligo».