Caro energia e rincari sui materiali, la sanità privata costa di più: aumenti fino al 12 per cento per i prezzi delle prestazioni
UDINE. L’aumento del costo dei materiali, unitamente al caro energia, non ha risparmiato nemmeno il settore della sanità privata.
Molte strutture si sono trovate costrette a ritoccare il listino prezzi delle prestazioni praticando un rialzo variabile tra l’8 e il 12% circa. E, se non l’hanno ancora modificato, stanno valutando di farlo nel giro di qualche settimana. «I costi dell’energia da un lato e quelli delle forniture di beni e servizi dall’altro, che da settembre sono saliti ancora – sottolinea Claudio Riccobon, amministratore delegato del Policlinico Città di Udine –, impongono scelte inevitabili. Naturalmente, tutto dipende anche dalla situazione contrattuale per il gas e l’energia che la struttura ha sottoscritto. Il Policlinico – spiega – nel 2022 si è ritrovato un incremento del 100 per cento rispetto all’anno prima proprio per la sfortuna di aver terminato una condizione tariffaria vantaggiosa precedente, che stabiliva un prezzo fisso per tre anni. A questo si aggiunge, e vale per tutti, la richiesta di adeguamento Istat di un sacco di fornitori di beni e servizi per far fronte all’aumento dei costi di trasporto, delle materie prime e così via di circa l’8% o il 9% di media».
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Analizzando la situazione, Riccobon sottolinea che «le strutture private accreditate hanno due mercati diversi dal punto di vista delle tariffe: un tipo di attività accreditata al sistema sanitario pubblico con costi bloccati (previsti dai nomenclatori e che possono essere modificati solo dalla Regione) e servizi privati con tariffe che abbiamo aumentato dell’8% di media: una scelta obbligata per arginare i costi aggiuntivi».
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All’Istituto di diagnostica radiologica Imago, invece, i prezzi delle prestazioni non sono ancora stati toccati. Ma potrebbe essere solo questione di giorni. O settimane. «Non vorremmo ritoccare il listino – sottolineano dalla direzione Camilla e Nicolò Barbiani –, ma dovremo farlo. Al momento non abbiamo apportato aumenti, stiamo cercando di capire se è possibile avere contributi da parte delle istituzioni per non caricare i rincari sui nostri pazienti. Eventuali aumenti, inferiori al 10%, potrebbero essere indispensabili non tanto per il caro energia, ma perché abbiamo apparecchiature con costi importanti anche di manutenzione: costi che continuano ad aumentare anche per noi».
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Alla Domus Medica Group, con sede a Feletto, hanno aspettato fino a novembre 2022 per ritoccare le tariffe della medicina dello sport. Al momento i prelievi e le attività polispecialistiche non hanno subìto rincari. «Speravamo in un aiuto da parte dello Stato – ammette Michele Vizzutti, direttore, amministratore e titolare della struttura –, poi siamo stati costretti ad aumentare il prezzo di alcune prestazioni, in pratica 5 euro in più solo per le visite sportive».
Un certificato medico per attività sportiva non agonistica, ad esempio, è passato da 35 a 40 euro. «I costi di energia e materiali sono lievitati – sottolinea Vizzutti –, un cilindretto di plastica di 4 centimetri con dentro una retina in metallo, utilizzato per lo spirometro, costa adesso 500 euro. A giugno abbiamo subìto i rincari dell’energia elettrica, ora anche delle forniture. Tra l’altro – indica il titolare – stiamo ancora continuando a fornire le mascherine ai pazienti che entrano nella struttura senza, con costi rimasti a nostro carico».
Sono rincarati i prezzi «di provette, elettrodi, mascherine monouso e guanti – sottolinea Amleto Piro, direttore della Salus – e di conseguenza abbiamo dovuto incrementare il costo finale delle prestazioni».
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Un aumento che interessa le visite sportive che, tra l’altro, non beneficiano più degli sconti legati all’appartenenza a una società sportiva. Il prezzo «è passato da 35 a 40 euro per una visita non agonistica e da 50 a 60 euro per una agonistica. Una visita agonistica per over 35 passa da 65 a 80 euro».
«Abbiamo cercato di assorbire tutti i costi – indica Michele Pedron, amministratore delegato della Friuli Coram –, contenendoli a nostre spese. L’aumento dei costi dell’energia però è stato pesantissimo e ha colpito duramente anche noi con aumenti del 150-200%. Il gestore aveva stabilito un costo fisso, ma scaduto il contratto il prezzo si è impennato. In previsione, comunque, valuteremo un aumento dei prezzi delle prestazioni sanitarie, soprattutto in riferimento ad alcune tipologie. A lungo andare – ammette infatti l’amministratore delegato – non riusciremo a sostenere tutti questi aumenti, che riguardano anche il costo del materiale». —
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