Prezzo del gas in discesa, ma non si escludono altri rialzi. Il sistema manifatturiero ha retto agli aumenti
foto da Quotidiani locali
Sono in discesa, in netta discesa, i prezzi del gas naturale sul mercato di riferimento di Amsterdam.
Martedì 24 gennaio addirittura ha toccato un nuovo minimo a 58 euro per megawatt/ora.
Quotazioni lontanissime, per fortuna, da quelle di oltre 300 euro dell’agosto 2022, ma inferiori anche agli 85, 90 euro che si pagavano alla fine di dicembre, meno di un mese fa. Meno cara anche l’energia elettrica, che è scesa fino a 170, 180 euro al megawatt/ora.
Notizie sicuramente positive che fanno tirare un sospiro di sollievo agli operatori locali del settore e a tutto il mondo produttivo, in primis alle aziende energivore.
Ma nessuno si illude che la partita sia vinta e il costo del gas resti a lungo sotto controllo. All’orizzonte potrebbero esserci nuove fiammate del prezzo, molto dipenderà dall’andamento climatico di febbraio e marzo e dal mantenimento ottimale delle riserve, che sono oggi pari all’80%.
Altra nota positiva, la resilienza del sistema manifatturiero che ha superato brillantemente le difficoltà legate alle bollette esorbitanti dell’energia.
La situazione in regione
«Alla fine il sistema manifatturiero friulano ha retto - dicono il presidente del Consorzio Friuli energia di Confindustria Udine Marco Bruseschi e il segretario, l’ingegner Francesco Gibertini - . Il problema sono stati i prezzi, pagare il gas 5 volte rispetto a prima è stato un grave danno.
Il governo ha dato una mano con l’azzeramento degli oneri di sistema sia sul gas che sull’energia elettrica e il credito d’imposta è arrivato fino al 40%.
Le aziende hanno usato un po’ di flessibilità, durante il periodo di Natale le chiusure programmate sono state un po’ più lunghe, ma a gennaio la situazione si è normalizzata, grazie all’abbassamento dei prezzi e all’andamento positivo dell’economia, che non è entrata in recessione.
A dicembre c’è stata la riduzione di consumi per risparmiare, chi non aveva grandi commesse ha chiuso, ma chi aveva ordini ha comunque lavorato nonostante il gas fosse caro. Noi viviamo alla giornata, come Consorzio siamo molto attenti alle variazioni del mercato, cerchiamo di fare delle coperture (acquisti oggi a lungo termine) per prevenire e attutire l’aumento dei prezzi.
Come Consorzio non ci risultano aziende friulane che non hanno pagato le bollette, nessuno ha saltato i pagamenti, al massimo qualche ritardo.
Quello che abbiamo notato è che c’è stato un abbandono di alcuni loro clienti da parte dei fornitori. Tutta la filiera è costretta a versare delle garanzie sulla base dei volumi che trattano, tutto diventa quindi più complicato.
Più è alto il valore dell’energia, più garanzie bisogna versare: alcune aziende sono costrette a esposizioni molto importanti nei confronti dei fornitori.
Diverse imprese sono così entrate a far parte del Consorzio, abbiamo cercato di accoglierle e di risolvere il problema. Nel Consorzio ci sono circa 250 aziende della provincia di Udine, abbiamo un po’ di tutto, da chi consuma 30 milioni di Kwh/l’anno a chi ne consuma 100 mila l’anno».
Il mercato e le previsioni
«Il mercato è molto volatile - premette l’ingegner Gibertini - . Ha conosciuto una tendenza al ribasso dal 26 dicembre fino a questi giorni, dove i prezzi sono calati del 30% attestandosi in media a quota 65 euro megawatt/ora, rispetto ai 90 di fine dicembre.
L’energia elettrica è scesa a 170 euro a megawatt/ora rispetto ai 210 di fine dicembre. Il calo era dovuto alle temperature che sono state miti, adesso ci potrebbe essere una nuova fiammata, visto che le temperature sono basse, tipicamente invernali.
Gli altri fondamentali però sono abbastanza buoni: la Francia ha ripreso a produrre nucleare con quasi tutte le sue centrali che avevano subito un dimezzamento a causa delle manutenzioni straordinarie, la produzione eolica in Germania è sostenuta e non ci sono nuove crisi o tensioni internazionali, a parte quelle che conosciamo già.
A dicembre ci sono state interruzioni di forniture di gas dalla Libia per un guasto tecnico, ma la fornitura è ripartita.
Il problema è capire come andranno gli stoccaggi del gas: adesso sono ben al di sopra della media degli ultimi anni, intorno all’80%, mentre di solito eravamo al 50, massimo 60%, e ciò fa ben sperare.
Se i consumi di questa stagione non saranno eccessivi, la situazione sarà migliore il prossimo inverno».