“Pentola”, il piccolo uomo di Černic che lascia la moglie per Batman
TRIESTE. «Magari ho esagerato nel dire che sono attratto da storie di falliti e di mediocri, ma in realtà è vero: gli ultimi mi affascinano molto di più. Credo che in loro si nascondano storie molto più interessanti. E poi sono ossessionato dei supereroi: ma quelli un po' negativi, dotati di superpoteri demenziali e in apparenza inutili. Mi sono interrogato su cos'è un superpotere: se è qualcosa che non pensavamo di essere capaci di fare, allora ognuno di noi può essere supereroe a modo suo. E riuscire ad affrontare piccole cose che possono rappresentare, in realtà, macigni: come vivere la propria sessualità».
Proprio come accade in "Pentola", oggi in concorso al Trieste Film Festival: l'unico cortometraggio firmato da un autore triestino, Leo Černic, in gara questo pomeriggio alle 16 al Politeama Rossetti. Černic se la dovrà vedere con altri 16 shorts in competizione: il suo è anche l'unico corto animato oltre ai criceti di "Money and happiness", coproduzione serbo-slovena dov'è dipinta una "Cricetolandia" dall'economia perfetta, Pil a gonfie vele, zero disoccupazione e tutti felici: ma, scopriremo, un lato oscuro sotto tutta questa perfezione c'è eccome.
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Lontanissimo dalla perfezione è anche il protagonista di "Pentola", una storia di oppressione familiare, di libertà e possibilità di scelta: Pentola è infatti un piccolo uomo di mezz'età che lascia la moglie Titti per Batman. Nato a Trieste nel 1995, Černic si è formato all'Accademia di teatro, radio e televisione di Lubiana dove si è laureato in regia cinematografica e televisiva. «Che però era incentrata principalmente su documentario e fiction - racconta -: e visto che nel mentre mi ero innamorato dell'animazione, ho deciso di proseguire gli studi al dipartimento dedicato del Centro sperimentale di cinematografia, a Torino».
"Pentola" è il suo film di diploma e sta inanellando premi su premi. Una decina finora, dall'Animateka Film Festival di Lubiana come "Young talent award" passando per il miglior film animato al Merlinka di Belgrado, menzione speciale al torinese Lovers diretto da Vladimir Luxuria, premio del pubblico al K3 di Villaco, "Best student film" allo Slovenian Film Festival. Per non parlare di un riconoscimento intitolato, dalle giornate internazionali di cinema d'animazione e cartoon del Sardinia film festival, a un nome prestigioso come il Premio Osvaldo Cavandoli, "papà" della mitica Linea. "One-man-film" l'hanno definito ad Alghero, premiando "Pentola". «Sta piacendo, è vero, e non posso che esserne felice - commenta Černic -. La produzione è stata dettata da tempistiche accademiche: dall'ideazione al completamento è stato circa un anno, dove ho lavorato in tempi inumani, in solitaria. È realizzato in un 2D tradizionale ed è fedele al mio stile e a quello che che faccio di solito: mi piace tanto creare un contrasto e prendere, come in questo caso, questo stile che può sembrare brutto sporco e grottesco affiancandolo a storie di dolcezza. Secondo me la passione è qualcosa di molto violento, non è come un film Disney. Quindi mi piace dargli quel tono passionale: e ritengo che quel tratto sporco e agitato scandisca bene questo senso».
«Essere in grado di amare chi vogliamo davvero - continua l'autore -: questo per me è un superpotere. Un potere ancora più grande sta nel saper accettare questo sentimento e condividerlo con gli altri. Per questo motivo penso che Pentola sia un supereroe, da tutti i punti di vista: questa non è solo una storia d'amore, è anche una storia di libertà».
Lungi dal sedersi sugli allori, il regista triestino è già impegnato nella pre-produzione di un nuovo corto, una produzione italo-slovena dove si cimenterà in un mockumentary, un falso documentario animato di impianto corale. Il tema? Ancora una volta un viaggio alla ricerca del vero amore, che sembra stare a cuore al regista. Su "Pentola" invece, «è la prima volta che viene proiettato in regione - sottolinea - ed è quindi per me un'ottima opportunità per portare un lavoro a casa e farlo vedere a vecchi amici e familiari».