Tenta di svaligiare un’auto nel parcheggio davanti alla caserma dei carabinieri: arrestato

PORDENONE. La sua figura si aggirava sospetta nella notte tra le auto parcheggiate in via Planton, a Roraigrande, di fronte alla caserma dei carabinieri. E sono stati proprio gli uomini dell’Arma ad arrestarlo, poco dopo, in flagranza di reato. Moreno Piccin, 56 anni, spilimberghese senza fissa dimora e privo di documenti personali, anche se dichiaratosi residente a Pinzano al Tagliamento, martedì 24 gennaio è stato scoperto a rovistare all’interno di un’autovettura, il cui finestrino era stato infranto.

Quando i militari l’hanno fermato, l’hanno trovato in possesso della patente di guida della proprietaria del veicolo e di un mazzo di chiavi, sempre appartenente alla donna, forse quelle di casa, vista la presenza della chiave di un portoncino blindato.

L’uomo ha trascorso la notte nella stessa caserma dei carabinieri e mrcoledì 25 gennaio è stato processato per direttissima dal giudice Eugenio Pergola del tribunale di Pordenone, accusato di furto aggravato dalla pm Monica Carraturo, sostituita in aula dalla vpo Beatrice Toffolon.

L’avvocato Lorenza Giorgia Petracco, difensore d’ufficio e poi nominata di fiducia, ha chiesto al giudice termine a difesa per poter studiare accuratamente gli atti, proroga concessa e udienza rinviata a giovedì prossimo, 2 febbraio.

L’uomo, nel frattempo, è stato sottoposto a controlli clinici all’ospedale di Pordenone dopo avere accusato un malore. I medici gli hanno prescritto una terapia cardiologica, quindi dimesso nel pomeriggio. Piccin è stato dunque riportato dai carabinieri in caserma in custodia cautelare.

L’avvocato Petracco è intenzionato a chiedere per lui, che non ha confessato la sua colpevolezza, il processo con rito abbreviato oppure il patteggiamento, ma valuta pure la richiesta di messa alla prova, prevista dalla riforma Cartabia anche per il reato di furto aggravato, pur se la procura inizialmente avrebbe escluso questa possibilità.

Una volta conclusa la direttissima, per l’imputato, che ha una serie di precedenti specifici, il legale spera di ottenere gli arresti domiciliari presso la famiglia o in una struttura adeguata. Ma rischia più di tre anni di carcere. —

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