Inaugurato l’anno giudiziario a Trieste, Gorjan: “La giustizia è possibile, ma serve un organico adeguato”
TRIESTE "Se in potenza può essere fondatamente postulato che la Corte d'Appello di Trieste, per come è strutturata, è in grado di rendere un adeguato servizio di giustizia, rispetto alle esigenze del suo bacino di utenza, tuttavia ciò risulta possibile solo se viene seguita la regola aurea di ogni buona amministrazione: la previsione di un organico adeguato e la sua costante copertura. Regola che almeno per l'anno che andiamo ad affrontare non appare sarà osservata in questa sua seconda declinazione".
Lo ha detto il presidente della Corte d'Appello di Trieste Sergio Gorjan, aprendo oggi la cerimonia di inaugurazione dell'Anno giudiziario 2023.
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La carenza di organico
"Nel Distretto della Corte di Appello di Trieste - si legge nella sua relazione sull'amministrazione della giustizia - la funzione giurisdizionale viene esercitata con efficienza e celerità, in modo da offrire una risposta adeguata alle aspettative sociali ed economiche dei cittadini", ma - osserva - il personale della Magistratura "palesa ultimamente un significativo grado di scopertura rispetto alle piante organiche".
"Serve adeguatezza" anche per quanto riguarda il personale di cancelleria - ha aggiunto Gorjan -"la scopertura appare sensibile sia nei tribunali sia nella Corte".
La carenza di organico nel distretto della Corte di appello di Trieste «è un grande buco nero con il quale tutti i giorni tentiamo di combattere. Noi stessi in Procura abbiamo due magistrati togati in meno, cinque magistrati onorari in meno e un 30% di personale amministrativo in meno: cerchiamo di combattere, non rinunciamo alla funzione di legalità che la Costituzione e la legge ci affidano». Lo ha affermato il procuratore Capo di Trieste, Antonio De Nicolo, a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario.
In generale, ha osservato, «non è stato un anno particolarmente negativo, anzi Trieste si continua a confermare uno dei picchi in positivo dell'azione giudiziaria. Non tutto funziona bene, non tutto ha il ritmo rapido che ci vorrebbe, non tutto ha la risposta qualificata che ci vorrebbe, però siamo sicuramente tra le Corti d'appello, e quindi tribunali e quindi procure, meglio attrezzate rispetto alla media italiana».
Focus migranti
«L'indiscriminato afflusso di extracomunitari privi di requisiti porta al collasso delle strutture di accoglienza e pregiudica il diritto dei veri profughi a ottenere la protezione internazionale», rallentando la definizione delle pratiche, «e in definitiva si pone come un paradossale ostacolo a favorire l'accoglienza di chi dovrebbe invece beneficiarne».
Lo ha detto il procuratore generale facente funzioni presso la Corte d'Appello di Trieste, Carlo Maria Zampi, intervenendo durante la cerimonia di inaugurazione dell'Anno giudiziario e riferendosi agli arrivi di migranti in Friuli Venezia Giulia attraverso la rotta balcanica.
«Finora il fenomeno è stato gestito senza particolari criticità a livello locale - ha aggiunto - se si eccettua la crescente problematica legata all'individuazione dei siti di accoglienza. Tuttavia è evidente che un perdurante disinteresse per una risoluzione a livello internazionale della tematica potrebbe aprire una strada al ricorso alla microcriminalità intesa come unica forma di sostentamento con» ricadute «sul tessuto sociale e perdita del senso di sicurezza da parte della collettività».
Intercettazioni
Sul tema delle intercettazioni ci sono «due problemi distinti: il primo problema è per quali reati sono consentite, il secondo è come prevenire eventuali abusi. Sul primo problema bisogna che la politica ce lo dica: per la droga si intercetta sì o no? Per il traffico di clandestini si intercetta sì o no? Per i reati contro la pubblica amministrazione si intercetta sì o no? Questa è una risposta che deve dare la politica».
Lo ha detto il Procuratore Capo di Trieste, Antonio De Nicolo, a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2023. «Si sappia che se non si intercetta - ha aggiunto - tantissimi fenomeni resteranno sotto traccia». Inoltre, «dopo la legge Orlando del settembre 2020, il secondo problema non dovrebbe esistere più: gli abusi non ci possono essere perché il meccanismo di introduzione delle intercettazioni è cambiato».
Parlando poi della riforma Cartabia, ha aggiunto: «Ci sta già producendo, e produrrà ancora in futuro, molte difficoltà. Bisogna pian piano attrezzarci. È una riforma ambiziosa che è entrata in vigore prima che le strutture sia logistiche sia informatiche ci permettessero di ottemperarvi. Questa è una classica vicenda italiana: non si fa alcuno studio di fattibilità preventivo. Entra in vigore la norma e si vede che succede. Secondo me è un errore metodologico».