Dalla solidarietà a Cospito allo sciopero dei riders: il sabato di mobilitazione a Trieste

TRIESTE Due proteste hanno interessato sabato pomeriggio piazza Goldoni, dove da una parte si è concluso il corteo contro il 41 bis, con attimi di tensione lungo il percorso, e dall’altra si sono ritrovati i riders, per manifestare contro il vicino Mc Donald’s, con uno stop alle consegne per tutta la serata.

La prima mobilitazione è partita da San Giacomo, per snodarsi nelle vie del centro, dove un centinaio di persone hanno lanciato slogan contro il 41 bis e messaggi di solidarietà nei confronti di Alfredo Cospito, in sciopero della fame da più di tre mesi.

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All'urlo di "Alfredo libero" sono arrivati allo scontro con le forze dell'ordine, in tenuta anti sommossa, ma sono volati anche insulti all’indirizzo degli automobilisti, che in via Carducci sono rimasti bloccati nel traffico. In una nota diffusa online, in riferimento alla protesta odierna, si legge che «Alfredo ha ormai superato i 90 giorni di sciopero della fame. Lotta per tutte e tutti noi contro gli abomini giudiziari del 41 bis e dell’ergastolo ostativo, sempre più usati per reprimere il dissenso politico. Da maggio 2022 è stato infatti murato vivo nel carcere di Bancali, senza poter vedere un ciuffo d’erba, un cielo senza sbarre o avere alcun tipo di comunicazione con l’esterno. È la ferocia vendetta di uno stato che, dichiarandosi democratico e civile, usa tutta la sua violenza istituzionale per reprimere chi non ha mai abbassato la testa, i suoi nemici giurati. Grazie ad Alfredo si è aperta una crepa, guardiamoci oltre. È il momento di prendere posizione, sostenere chi lotta con l’unica arma che gli rimane – il suo corpo – decidendo di dedicare la sua vita alla denuncia di questi trattamenti. No 41bis, No tortura. Per l’abolizione dell’ergastolo ostativo e dell’emergenzialismo penitenziario». Attorno alle 17 il gruppo è arrivato in piazza Goldoni, per ribadire a gran voce ancora una volta, con un megafono, le motivazioni della contestazione.

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Alle 17.30 sono stati invece i riders protagonisti di uno sciopero contro il vicino Mc Donald’s, con una trentina di persone che hanno incrociato le braccia evidenziando comportanti scorretti del personale e dell’azienda, nei riguardi di chi effettua le consegne.

«Da quando la gestione è cambiata, il Mc Donald’s ci chiede di mostrare il nostro cellulare privato, con la sim personale, per verificare il codice di ritiro, violando la nostra privacy. Ed è qualcosa che noi non siamo tenuti a fare, ma se ci rifiutiamo non ci consegnano il pacco», spiegano. Inoltre anche nella comunicazione dell’ordine pronto, secondo i riders, ci sono tempistiche che non vengono effettuate in modo corretto, «senza dimenticare» aggiungono, «che quando veniamo mandati al Mc Donald’s di via Flavia il Gps è tarato su percorsi che mostrano la galleria di piazza Foraggi aperta, ma la realtà è che noi dobbiamo usare strade alternative, che ci portano a compiere parecchi chilometri in più».

I ciclo-fattorini chiedono che l’azienda prenda provvedimenti per consentire a tutti di lavorare in modo regolare, «siamo liberi professionisti, con partita iva, paghiamo le tasse, seguiamo tutte le regole, vogliamo solo essere messi nelle condizioni di ritirare gli ordini ed effettuare le consegne senza problemi. Questo è il nostro lavoro principale, che ci impegna ogni giorno, e siamo stufi di essere trattati in questo modo» concludono.