Rompe una finestra, si ferisce ma riesce a entrarle in casa e la picchia. «Voleva soldi»

UDINE. «Cercava i soldi e urlava che gli servivano per comprare la coca. E intanto mi bastonava con la scopa. Mi ha colpita alla tibia e poi sulla testa e in fronte: sono piena di bernoccoli».

Quella che parla è una donna sconvolta. Ha vissuto una mattinata da paura, in balia di un uomo che, frantumata a mani nude la finestra del bagno, le è entrato in casa, grondando sangue e violenza. E non ne vuole sapere di farsi visitare. Non ancora. Il suo compagno, che l’aveva salutata all’alba per un viaggio di lavoro, tornerà presto e questa, per ora, è l’unica cosa in grado di darle coraggio.

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L’altro, soccorso in strada dove, stremato, aveva finito per accasciarsi, è stato trasportato in ospedale. Sulla scena, a dir poco splatter, restano soltanto i carabinieri, alle prese con una storia ancora tutta da ricostruire, e i vigili del fuoco, chiamati invece a ripulire muri e pavimento.

Non uno sconosciuto, il pakistano di 25 anni che, attorno alle 9.30 di sabato 28 gennaio, si è presentato alla porta della donna, al piano terra di una palazzina di via Larga, laterale di viale Ungheria.

Era da tempo che la teneva d’occhio. La seguiva, la fermava per strada, la tormentava. Era successo anche un paio di mesi fa, in via Castellana. Vorrebbe stare con lei, se ne è infatuato e neppure la presenza di un convivente basta a farlo desistere. Ieri, ha atteso che se ne andasse e poi ha cominciato la ronda. Finché, approfittando di un momento in cui il portone che dà accesso ai campanelli era rimasto aperto, non ha iniziato a bussare.

E visto che lei non apriva, ha pensato di infilarsi attraverso l’unica finestra priva di grate: quella del bagno affacciata sulla corte. Una volta dentro, ha fatto il finimondo, battendola e minacciandola con una scopa per farsi consegnare del denaro.

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Fin qui, la versione della donna. Perché prima di tirare una riga su quanto accaduto, i carabinieri del Nucleo investigativo, intervenuti insieme ai colleghi della Radiomobile, dovranno sentire anche l’aggressore. O meglio, il presunto aggressore, visto che soltanto a quel punto si potrà formulare un’ipotesi di reato. Che potrebbe essere quella della rapina, appunto, oppure quella del furto.

Per ora, sembrerebbe che a evitare il peggio siano state le ferite che l’uomo si è procurato colpendo con pugni e gomitate i vetri. Indebolito dalla copiosa perdita di sangue, all’interno e tutt’intorno all’abitazione, avrebbe finito per soccombere e uscire in strada, in cerca d’aiuto. Ed è lì, con soltanto una felpa addosso e i piedi nudi, che molti passanti lo hanno notato. «Perdeva sangue in grande quantità e ho deciso di fermarmi per aiutarlo – racconta Barbara –. Ma quando sono scesa dall’auto per coprirlo con un vecchio piumino, sono stata fermata da alcuni ragazzi che, fortunatamente, avevano già chiamato l’ambulanza e che avevano recuperato alcuni asciugamani».

Compreso un amico cui la donna aveva chiesto aiuto e che, insieme ad altri conoscenti, le è rimasto vicino anche dopo l’arrivo dei carabinieri. —