Occhialeria bellunese, Vitaloni: «Un 2022 oltre le previsioni, ma quest’anno margini a rischio»
Il mondo dell’occhiale si presenta a Milano, in occasione di Mido 2023 dal 4 al 6 febbraio, in ottima forma sia per quanto riguarda la produzione che per l’export. Si addensano però sul settore le nubi causate dal gravoso aumento dei costi, che rischia di minare la crescita nel prossimo futuro. A pochi giorni dalla più grande fiera internazionale dell’occhialeria, Anfao (associazione che raggruppa i fabbricanti di articoli ottici) presenta i numeri del comparto e un calendario di iniziative che per tre giorni vedranno al centro dell’attenzione il ruolo dell’ottico, all’insegna dell’internazionalizzazione e della sostenibilità.
«Il ritorno di Mido a inizio febbraio, che confermeremo almeno fino al 2026 – commenta il presidente di Mido e di Anfao Giovanni Vitaloni – ci ha premiati, con una risposta massiccia da parte delle aziende, tra rientro dei big del settore, brand asiatici e debutti di piccole realtà indipendenti che hanno scelto Mido per affacciarsi al mercato. Le prime settimane di febbraio sono strategiche per consentire alle aziende e ai buyer di muoversi con le giuste tempistiche commerciali, anticipando la presentazione delle nuove collezioni per avere un ritorno economico già nel primo trimestre dell’anno».
Un anno complesso il 2022, iniziato sotto i migliori auspici, dopo i lunghi mesi della pandemia; poi caratterizzato da carenza di materie prime, forti problemi della catena di approvvigionamento, picco dell’inflazione, debito e conflitti geopolitici.
«L’occhialeria italiana, in un quadro così complesso, ha performato in maniera brillante sui mercati internazionali – spiega Anfao – anche se le tensioni inflattive e l’incertezza hanno pesato sul mercato interno e sui margini. E sulla base degli ultimi dati a disposizione (ottobre 2021) è stato elaborato un pre-consuntivo 2022 che vede la produzione dell’occhialeria italiana salita a 5,17 miliardi di euro, in crescita del 24% rispetto al 2021. Le aziende italiane sono 830, gli addetti stabili 18.250.
Le esportazioni, di montature, occhiali da sole e lenti, che assorbono circa il 90% della produzione del settore, sono cresciute del 22,5% sul 2021 arrivando a 4,94 miliardi di euro. L’export degli occhiali da sole nel 2022 ha fatto segnare una variazione tendenziale del 28,9%, attestandosi a quasi 3,4 miliardi di euro, dopo essere stato molto penalizzato in periodo pandemico.
Le esportazioni di montature hanno segnato, invece, una crescita del 9,9%, arrivando a 1,4 miliardi di euro. «Nonostante le difficoltà di reperimento delle materie prime, i tempi di consegna e i fenomeni di backshoring, una buona ripresa è stata segnata anche dalle importazioni che hanno chiuso il 2022 con un pre-consuntivo di circa 1,7 miliardi di euro, +22,3% rispetto al 2021».
«Nonostante un 2022 meno negativo del previsto, le previsioni generali per il 2023 – ammette Anfao – non sono buone. Dai prossimi mesi, lo scenario sconta un rallentamento progressivo degli scambi esteri dei paesi avanzati e della crescita per una serie di elementi decisivi: gli elevati costi dell’energia, il deprezzamento dell’euro, sotto la parità rispetto al dollaro, l’inflazione record in Italia e nell’Eurozona che non sembra arretrare, i tassi di interesse in forte rialzo e un allargamento degli spread sovrani nell’Eurozona. Il tema vero e centrale per l’occhialeria, così come per la maggior parte del manifatturiero italiano, però è quello del rincaro dei costi.
«Dall’energia alle materie prime, dai trasporti ai servizi, dalla logistica agli imballaggi: tutto è arrivato a un livello tale che non consente più alle aziende di assorbirli al proprio interno. Si stima che siano più che raddoppiati in media rispetto al periodo pre-pandemico. In questo modo – conclude Giovanni Vitaloni – le aziende lavorano con margini sempre più ridotti che mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende stesse, soprattutto le piccole e medie imprese».