Bruno, morte da chiarire. Cartelle cliniche acquisite
VOGHERA. Gli amici di Voghera chiedono «giustizia» ma gli inquirenti stanno ancora raccogliendo elementi per chiarire il dramma di Alessandro Bruno, morto a 33 anni, dopo tre mesi di coma, per una aggressione avvenuta ad Alessandria alla fine di ottobre.
Gli agenti della questura della città piemontese devono ricostruire la dinamica dei fatti ma anche la trafila delle cure e degli interventi eseguiti in due ospedali, quello di Voghera e quello di Alessandria, dove Alessandro è stato subito trasferito e dove, il 14 gennaio, è morto.
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Proprio per fare luce sulle cause precise del decesso la procura ha disposto l’autopsia e l’acquisizione delle cartelle cliniche. Allo stesso tempo si starebbero esaminando alcuni filmati ripresi da telecamere posizionate nel luogo dell’aggressione, in via Spalto Marengo ad Alessandria. Una strada vicina allo stadio comunale e, anche per questo, più sorvegliata.
Le testimonianze
La vicenda, che vede per il momento indagati due uomini con l’accusa di omicidio preterintenzionale, è stata ricostruita finora attraverso alcune testimonianze: quella della fidanzata di Bruno, che era con lui, e anche la versione di altre due donne, che erano in compagnia dei due indagati.
La ragazza della vittima ha spiegato che il 33enne l’aveva raggiunta ad Alessandria dopo una serata passata in discoteca con le amiche. Il gruppo di amici era poi rientrato a casa, a Voghera, spostandosi con due macchine.
A un certo punto, però, la fidanzata aveva fatto fermare l’auto a Bruno, che la guidava, perché si sentiva poco bene.
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La ragazza era scesa e così il 33enne. In quel momento arrivava, dall’altro lato della strada, un altro gruppo di ragazzi, due uomini, con in mano delle borse piene di bottiglie, e due donne. Una di queste, alla vista della fidanzata di Bruno che stava male, l’avrebbe derisa. Una presa il giro che avrebbe fatto scattare la reazione di Bruno, che si era rivolto al gruppo chiedendo conto di quella battuta.
I punti da chiarire
Secondo questa ricostruzione, che la fidanzata di Bruno riferisce agli agenti in questura, uno del gruppo a un certo punto, senza un motivo, avrebbe scagliato addosso alla vittima una borsa con le birre che aveva in mano.
Il 33enne resta a terra, ferito, ma non sembra all’inizio così grave. In ospedale emerge però un grave trauma cranico. Le condizioni peggiorano nel corso dei ricoveri tra gli ospedali di Voghera ed Alessandria e degli interventi che si rendono necessari. La situazione precipita dopo tre mesi, quando il cuore del 33enne cessa di battere. L’indagine dovrà precisare il rapporto con la caduta dovuta all’aggressione ma anche i motivi alla base del litigio, che ha scatenato la reazione degli indagati.