Viadana: Matilde e Simone, le giovani promesse azzurre insieme grazie al rugby
Sono giovani, hanno la luce negli occhi, sono orgogliosi delle proprie radici giallonere e hanno l'azzurro nel destino, magari con il numero 10 sulle spalle. Due sorrisi talmente radiosi che diventa possibile scorgerne frammenti di futuro mentre il presente li vede insieme anche fuori dal campo di rugby.
Mentre Simone Brisighella si sta preparando al Sei Nazioni Under 20, Matilde Romersa sta per unirsi alla stessa selezione al femminile. Cresciuta nel settore giovanile viadanese, da tre anni gioca a Colorno dove c'è una delle formazioni femminili più forti d'Italia. Matilde è anche, appunto, il mediano d'apertura della selezione Under 20 e il suo talento è ben noto anche in ambito federale. «L'8 febbraio ci raduniamo a Roma e poi partenza alla volta di Barcellona - spiega l'azzurrina - per un test match contro la selezione Under 21 iberica, nella speranza poi che ci sia anche il Sei Nazioni di categoria».
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Entrambi i ragazzi hanno fatto presenza allo Zaffanella nel match tra Italia A e Romania A in veste di portabandiera. Ma è come giocano a rugby che permette loro di rappresentare l'Italia in vetrine internazionali. «La passione per il rugby è iniziata subito - riprende - grazie ai tecnici che mi hanno fatto conoscere la bellezza di questo sport, vale a dire Claudia Salvador e Francesco Infante, mentre chi mi ha permesso di crescere a livello di skills è stato Plinio Sciamanna con tutto lo staff tecnico del Colorno, sempre minuzioso nel lavoro per perfezionare i gesti tecnici».
Il numero 10 è il regista, l’atleta che richiama maggiormente la fantasia dei tifosi, lasciando il segno anche nella mente dei ragazzi delle giovanili giallonere come modello da seguire. Simone ha eletto McKinley a suo idolo e simbolo da seguire mentre Matilde incorona Brian Ormson.
Uscendo per un attimo dal campo di gioco e guardando intorno c'è il presente e poi anche il futuro che spesso, quando si è così giovani, è incerto e non esistono cassetti abbastanza grandi per contenere i sogni. «Nel mio presente - continua Romersa - c'è il quinto anno di Liceo linguistico a Viadana e, allo stesso tempo, fare coesistere sport a questo livello e scuola. Non è proprio una passeggiata ma con l'impegno e la volontà è possibile portare avanti entrambi. Cosa c’è nel mio futuro? Il rugby femminile credo che difficilmente possa essere considerato professionistico quindi mi piacerebbe un giorno entrare in Polizia».
Sono giovani, hanno la luce negli occhi che brillano per la comune passione per la palla ovale ma anche per l’attrazione che è sbocciata l’uno per l’altra. Sognando insieme un futuro prestigioso che è già iniziato. Dai ragazzi, Mai mular che Viadana è orgogliosa di voi.