Motori green, esuberi in calo e quattro ipotesi per il futuro: ecco come prosegue la trattativa Wärtsilä a Trieste
TRIESTE Un piano di investimenti da 50 milioni di euro in tre anni per la ricerca su nuove fonti di alimentazione sostenibile per i motori “green” del futuro, con 50 nuove assunzioni. È questo l’impegno assunto ieri a Roma da Wärtsilä per tutte le sedi del gruppo in Italia, compresa Trieste, che in questo senso sarà interessata relativamente alla parte dell’attività che verrà mantenuta a Bagnoli della Rosandra, incentrata su services, e ricerca e sviluppo.
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Nuove risorse e nuove assunzioni che riguarderanno in parte pure Trieste, ma che non andranno a ridimensionare gli esuberi previsti sull’altro fronte, quello della produzione. Non vi sono infatti ancora certezze sul futuro di chi oggi lavora in produzione ed è coinvolto nel piano di chiusura deciso dal gruppo finlandese.
Esuberi e futuro incerto
L’unica novità, seppure affatto irrilevante, è che ieri si è parlato di un numero di esuberi sceso a circa 320 unità, considerando una settantina di uscite volontarie già avvenute in questi mesi e altri addetti ricollocati su unità di business non oggetto del piano di ristrutturazione.
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La risposta, per questi lavoratori a rischio, è attesa nella prima settimana di marzo, quando dovrebbero sciogliersi i nodi sui nomi dei gruppi industriali interessati a subentrare ai finlandesi a Bagnoli: ieri è stato confermato che sono quattro le proposte concrete all’esame del Governo, ma, appunto, nulla si può dare per scontato.
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È questo, in sintesi, l’esito del vertice convocato ieri pomeriggio nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza della Regione, con gli assessori Alessia Rosolen e Sergio Emidio Bini, dei rappresentanti nazionali e provinciali dei metalmeccanici, le Rsu aziendali, Confindustria Alto Adriatico con il direttore generale Massimiliano Ciarrocchi e ovviamente l’azienda, con il presidente e ad Michele Cafagna. Presente la sottosegretaria Fausta Bergamotto, al posto del ministro Adolfo Urso, assente. L’esecutivo ha ribadito di considerare il sito strategico.
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Il piano industriale
L’incontro si è aperto con la presentazione a Istituzioni e sindacati, da parte di Wärtsilä, del piano industriale per la parte dell’attività non interessata dalla ristrutturazione, quindi services (assistenza, riparazioni, manutenzioni) e ricerca e sviluppo, nei tempi previsti dall’accordo sottoscritto lo scorso novembre. L’azienda si è giocata la carta dei motori verdi e durante il confronto è stato posto l’accento sulla volontà di fare ricerca su fonti alternative, dal metanolo all’ammoniaca.
«Essendo parte integrante dell’evoluzione del gruppo - ha dichiarato Michele Cafagna - Wärtsilä Italia continuerà a svolgere un ruolo chiave nel servire i clienti, sia a livello locale che internazionale, con soluzioni tecnologiche avanzate per la transizione green. Queste soluzioni saranno sviluppate grazie all’attività di ricerca e sviluppo, che costituirà una parte sempre più importante per l’azienda. Pertanto, in futuro Wärtsilä Italia continuerà a creare un valore significativo per gli stakeholder locali e nazionali, come parte attiva della decarbonizzazione del settore».
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Una parte rilevante del piano industriale, ha spiegato l’azienda, riguarda l’attività di riconversione del parco motori esistenti e di «sviluppo del retrofit al metanolo dei motori W46F e i test per la conversione dei motori a due tempi, di cui Trieste diventerà l’unico hub centrale. Il motore W46F da laboratorio arriverà a Trieste nel mese di febbraio e le attività impiegheranno diversi mesi di lavoro, confermando il ruolo strategico dell’Italia per la strategia di decarbonizzazione del gruppo».
Sindacati cauti
Atteggiamento cauto da parte dei sindacati (presenti anche Fabio Kanidisek, Rsu Fim Cisl, e Giacomo Viola, Rsu Uilm), che hanno parlato di un primo passo, che ora necessita di approfondimenti, «anche perché sul tavolo resta il nodo degli esuberi - commenta Antonio Rodà, segretario provinciale Uilm -. Solo a inizio marzo sapremo se ci sarà effettivamente un gruppo industriale interessato a subentrare ai finlandesi. Per noi una soluzione “b” non esiste, serve un piano di reindustrializzazione, ma per ora non sono stati fatti nomi».
Nella seconda metà del confronto l’advisor nominato dal gruppo, Piero Fossati, ha appunto parlato del piano di reindustrializzazione del sito, sostenendo che Wärtsilä è pronta a individuare una soluzione funzionale al mantenimento dei livelli occupazionali, ma ovviamente la palla è in mano al Governo.
Dice Alessandro Gavagnin, segretario provinciale Fim Cisl: «Abbiamo presto atto che Wärtsilä ha presentato il piano industriale nei tempi stabiliti e che investirà più risorse del previsto in ricerca e sviluppo: è un primo passo, ora dobbiamo andare avanti, attendiamo di capire dal prossimo incontro con il Governo come chiudere questa partita, perché è tempo di chiudere». Per il numero uno della Fiom provinciale Marco Relli «l’impegno economico sugli investimenti verdi va nella direzione giusta, perché quello è il futuro, ma è un passo all’interno di un percorso che deve arrivare a conclusione in tempi rapidi».
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