Per la Triestina calcio un pari che interrompe il mal di trasferta
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foto da Quotidiani locali
VERONA Al Gavagnin Nocini succede sempre qualcosa di importante per la Triestina. Nel bene o nel male. Stavolta né l’uno, né l’altro ma la X uscita da una partita normale può avere un significato per gli alabardati. La notizia infatti è che dopo oltre quattro mesi (a fine settembre a Trento) la Triestina non è uscita con le ossa rotte da una gara giocata lontano dal Rocco. L’angusto campo di Borgo Venezia può segnare un crocevia nella stagione alabardata?
Meglio non esagerare ma con un cambio di allenatore inatteso (per le dimissioni di Pavanel) tre giorni fa e dopo una due giorni di mercato con le porte girevoli il risultato è positivo. Così come la prestazione con il nuovo tecnico Gentilini che ha visto sul campo i suoi giocatori indubbiamente molto più concentrati e cattivi di quel che si è visto troppo spesso in questa stagione. Anche all’ultima capita ogni tanto una partita nella quale la porta resta inviolata diranno gli scettici. Ed è vero anche perché la Virtus di Fresco quest’anno è la peggiore del lotto tra le mura amiche.
Eppure è pur sempre disagevole giocare su un campo ridotto e con l’erba non certo da Wembley. L’Unione ha tenuto bene anche se per la classifica il punticino vale poco perché c’è da rimontare una voragine.
LE NOVITÀ Il tecnico Gentilini comunque ci ha messo del suo per presentare all’appuntamento una squadra con un assetto diverso e prendendosi dei rischi. Ciofani sta male e quindi la coppia di centrali è inedita con Masi e Piacentini. A destra in difesa ci va Germano, davanti alla retroguardia i mastini Gori e Celeghin e in attacco il solo Adorante supportato centralmente da Tavernelli e sui lati da Ciofani e Paganini. Fresco non se l’aspettava e si vede.
L’AVVIO OK E infatti l’Unione parte lancia in resta con tanta aggressività a irretire l’impostazione della manovra di Danti e compagni. La Virtus crea qualche problema sui piazzati e gioca palle lunghe sullo spilungone e bravo Kristoffersen. Matosevic fa vedere di che pasta è fatto su punizione del solito Danti e poi al 20’ lo stesso centravanti di testa conclude di poco a lato. Sono azioni sporadiche perché è invece l’Unione a manovrare di più. Il baricentro è un po’ più alto rispetto al recente passato e questo aiuta in entrambe le fasi.
LA SUPREMAZIA Così i ragazzi di Gentilini dalla mezz’ora prendono coraggio e campo. Manca la precisione ma un sinistro da lontano di Rocchetti finisce fuori non di molto. Tavernelli è sempre molto vivace, mentre Felici fa breccia con costanza a sinistra. Proprio Tavernelli serve Adorante ma Sibi para a terra.
RIPARTENZA Il copione del finale di primo tempo non cambia in avvio di ripresa. Gentilini getta nella mischia Mbakogu per Adorante. Il nuovo arrivato al 5’ fallisce l’occasione più importante della gara con un destro impreciso a tu per tu con il portiere. Lo stesso Tavernelli punge con un destro da lontano. Fresco capisce l’antifona e risponde con gli ingressi di Nalini e Fabbro che danno giri al motore virtussino.
LA DIFESA E allora nell’ultima mezz’ora l’Unione entra nella fase di contenimento. I giocatori si aiutano e stringono i denti all’incedere dei virtussini. I padroni di casa hanno la grande chance al 24’ quando, su sponda di Kristoffersen, Nalini si trova in area ma pasticcia. Alla Triestina stavolta va anche bene ma la reattività in area di Masi e Piacentini aiuta.
Il finale si sviluppa sul filo dell’equilibrio con le squadre stanche e in fondo quasi appagate di un risultato che in verità serve poco ad entrambe. Può servire invece al morale degli alabardati e al lavoro settimanale di Gentilini in vista del match al Rocco con la Pro Sesto. Domenica servirà vincere per la continuità e per avviare la rincorsa a una salvezza ancora lontana. Ma da Verona tutti tornano con la certezza che l’Unione non è allo sbando.