Maccari: non farò l’assessore, stiamo lavorando per Alessandro

foto da Quotidiani locali

Quel 29% e passa ottenuto da Fratelli d’Italia reclama un assessorato in Regione. Ne è convinto il partito mantovano e ne sono convinti anche esponenti della Fiamma tricolore di altre province, tanto da avere già individuato il futuro assessore, per giunta alla sanità, la delega più importante ma anche quella più complicata del lotto. «Sì, è vero – conferma Carlo Maccari, deputato di FdI eletto appena cinque mesi fa – un gruppo di amici, trasversali in tutte le province lombarde, mi ha chiesto la disponibilità a fare l’assessore alla sanità. Ma non l’ho data» tiene a chiarire subito. E spiega: «Stiamo parlando dell’assessorato più importante dove servono, diciamo così, precise regole d’ingaggio. Nel totonomi è finito anche il mio perché sono un ex assessore regionale e perché attualmente sono segretario della commissione sanità a Montecitorio, ma questo non basta. E poi – precisa, alludendo alla fresca elezione in Parlamento – non è che posso cambiare vita ogni due mesi». Tuttavia, il suo nome è finito nelle cronache politiche dei principali quotidiani, a testimonianza che nel partito l’idea di ricorrere a lui per ricoprire un ruolo delicato come quello di assessore alla sanità si è fatta strada e che è ancora in campo. «Ci sono cinque probabilità su cento che ci possa pensare. E ciò potrebbe avvenire solo di fronte a un progetto che coinvolga tutto il partito e non mi mandi allo sbaraglio ma mi protegga. Attualmente, però, questo è improponibile perché stiamo lavorando affinché in giunta entri Beduschi: lo meriterebbe Mantova per il risultato che ha ottenuto qui Fratelli d’Italia, il migliore di tutta la Lombardia, e lui stesso, sia per il numero altissimo di preferenze ricevute, che diventano un segnale chiaro quando si devono scegliere delle persone per determinati ruoli; sia per il fatto che è tutt’altro che un novellino essendo stato sindaco e consigliere provinciale. Quindi, noi lavoriamo perché entri Alessandro in giunta. E non con la delega alla sanità».