Macchine portate via in piazza Lamarmora, proteste sui divieti

Ivrea. Cartelli poco chiari, a volte contraddittori come quello in foto. Di questo si lamentano alcuni residenti a cui è stata portata via l’auto in piazza Lamarmora, nella parte dello slargo subito dopo via Gozzano, dove si è tenuta la riuscitissima festa dei Tuchini del Borghetto di sabato sera.

Vanessa Vidano, in particolare, racconta: «Ho parcheggiato lì la macchina venerdì sera intorno alle 18.30 e quando ho l’ho lasciata la piazza era piena, quinti ero abbastanza tranquilla. Mi sono guardata intorno per sicurezza, sono andata a leggere cartelli che dicevano divieto di sosta dalle 18 di sabato e ho pensato lascio domattina vengo e la sposto. Come me almeno altre 4-5 persone. E invece ci siamo trovati questa brutta sorpresa, come altre persone in piazza Lamarmora e nel piazzale del Cena, dove qualcuno ha avuto la brillante idea di lasciare una transenna aperta. Ecco io credo che basterebbe un modo di comunicare chiaro, con cartelli efficaci. Era già successo con le strisce blu istituite in via Chiaves senza avvisare».

Il comandante della polizia municipale Paolo Molinario è consapevole che qualcosa è andato storto nella comunicazione, per questa volta. «Certo però - spiega Molinario - quella piazzetta il sabato mattina dovrebbe essere vuota dalle 6 alle 8 per permettere di pulire la strada, come da cartelli presenti che impongono il divieto di sosta, ci siamo resi conto però che nessuno rispetta quel divieto che vale sempre, anche negli altri giorni».

La comunicazione, tuttavia, ha fatto cortocircuito anche considerando le nuove zone di festa del sabato sera, come piazza Lamarmora che ha ospitato il concerto degli Omini con il djset di Fargetta. «Quando siamo arrivati la squadra doveva montare il palco - spiega ancora Molinario - e abbiamo dovuto farle rimuovere. In alcune zone è vero che la segnaletica era carente, ma in quelle immediatamente adiacenti era presente. Certo, la prossima volta dobbiamo organizzarci prima e dovremo avere un supporto maggiore dell’ufficio tecnico perché non possiamo occuparci di affiggere i cartelli, chiudere, prendere le transenne e poi di tutto il resto».

L’eventuale ricorso resta comunque difficile. Anche perché la multa di per sé è irrisoria: circa 29 euro. È il costo del carro attrezzi, più o meno un centinaio di euro, che fa lievitare il tutto. «Si può fare ricorso anche per quello - spiega ancora Molinario -, ma io sinceramente consiglio di valutare bene se si è nel torto o meno». —