Cameriere e «papà meraviglioso», progettava una nuova vita: ecco chi era Moises, morto a 29 anni finendo con l’auto in un laghetto

PORCIA. Sul petto si era tatuato da poco il volto della figlia. «Se l’è portata in cielo, con lui»... Moira porta due rose bianche in mano per posarle in memoria di Moises, dove il cugino ha perso la vita, in via Cartiera.

Proprio di fronte altri fiori ricordano la tragedia di Enco Guza, il giovane talento del calcio rimasto ucciso in un incidente, nello stesso punto, tredici anni fa. Ora una nuova tragedia scuote la comunità di Porcia: lo schianto mortale in cui ha perso la vita Hector Moises Corporan Benzant, per tutti semplicemente Moise, 29 anni.

La scomparsa del giovane lascia nel dolore la mamma Jasmine, il fratello Mattia, la fidanzata Martina, i cugini e tutti i familiari. Il papà è deceduto cinque anni fa.

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Moises era molto conosciuto a Pordenone, aveva girato per lavoro tanti locali. Dal gennaio 2020 lavorava come cameriere al ristorante “Il Braciere” di Ermes Corazza ed Edda Brusadin, dopo una serie di impieghi a breve termine.

I titolari del ristorante purliliese lo hanno accolto come un figlio e apprezzandone l’intraprendenza gli hanno affidato il servizio in sala, nonostante fosse nato come aiuto cuoco.

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Anche nella serata di sabato primo aprile Moises era in servizio al Braciere, che si trova a poca distanza dal luogo dell’incidente. Il ventinovenne ha staccato alle 23.30, poi è andato a prendere Martina, dovevano uscire insieme.

Prima di trovare l’impiego a Porcia, il giovane è stato aiuto cuoco al C’è chi c’ha di Talponedo e al Campanile di Pordenone.

Ora però aveva altri progetti per il futuro. Aveva dato le dimissioni al Braciere: tramite un contatto voleva aprirsi una nuova strada come rappresentante commerciale per un’azienda. Il 13 aprile sarebbe stato il suo ultimo giorno di lavoro a Porcia, prima di costruire la sua nuova vita. Voleva dedicare più tempo ai suoi affetti. I suoi sogni si sono infranti in via Cartiera, una strada che percorreva ogni giorno, per ritornare a casa e che conosceva bene.

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Nato a San Cristobal, in Repubblica dominicana, è cresciuto a Istrana, in provincia di Treviso. Ha frequentato l’istituto alberghiero a Lancenigo. A scuola andava bene, giocava a calcio come portiere. Si era sempre dato da fare, iniziando gli stage alberghieri durante la scuola. Poi ha abitato con il cugino Francesco a Cordignano dai 19 ai 22 anni.

Da una relazione sentimentale, poi finita, è nata la figlia, alla quale era legatissimo. La piccola era il centro del suo mondo, ogni suo pensiero era per lei. Dopo la sua nascita era cambiato moltissimo.

Ora Moises conviveva con Martina a Pordenone. L’amore fra di loro è scoccato circa tre anni fa. C’era una grande sintonia. «È stato un colpo anche per noi – racconta Gino Gheller, titolare del ristorante da Cico, dove lavora Martina –. L’ho saputo stamattina, lei per fortuna si è salvata, ma avrebbe potuto morire. Le staremo vicini, ora deve prendersi il suo tempo, non la lasceremo da sola. Lui era un bravo ragazzo, sempre pronto ad aiutare gli altri, si volevano veramente bene, erano una bella coppia».

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La sua passione è sempre stata il ballo. «Era un ballerino straordinario, sapeva danzare tutti gli stili, sin da quando era nato, non c’era nessuno come lui – ricorda il cugino Francesco Benzant –.Gli piaceva la musica». Come padre, era per lui un modello da seguire, per la sua capacità di prendersi cura, in tutti i modi, della bimba.

Nicola, amico di Moise e padrino di sua figlia, è inconsolabile: «Ho perso un pezzo di cuore, se ne va con lui per sempre». Quando ha appreso dell’incidente ieri mattina, si è sentito male al lavoro. «Era una persona buona, un bravo lavoratore, un papà meraviglioso», ricorda l’amico fra le lacrime. —

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