No agli scarichi nel Chiese La questione arriva al ministro

In attesa dell'incontro che si terrà lunedì 3 aprile a Roma tra il ministro dell’Ambiente e i rappresentanti del Presidio "9 Agosto" che da 600 giorni protestano davanti alla Prefettura di Brescia per dire "No" allo scarico della depurazione del lago di Garda nel fiume Chiese, arrivano altre notizie che confermano come in Regione Lombardia il fronte politico sulla questione non sia più così compatto. Il neo consigliere regionale Marco Carra conferma che «poco prima della fine della legislazione passata, nell'approvazione del bilancio, è passato un emendamento, portato avanti dalle colleghe e dai colleghi all'epoca in minoranza, che prevede uno stanziamento di 120mila euro per attuare uno studio sul fiume Chiese e capire le criticità di questo corso d'acqua».

Ora, con l'avvento della nuova amministrazione, si può attingere al bilancio e si può realizzare lo studio che, da tempo, i militanti del Presidio e chi difende il fiume Chiese dallo scarico delle acque di depurazione dei comuni della sponda bresciana del Garda, chiedono a gran voce. Allo stesso tempo, ci sono state le dimissioni della presidenza di Acque Bresciane, questione che, di fatto, rallenta l'avvio dei lavori per i due depuratori da costruire a Montichiari e a Gavardo. Infine, uno studio recente ha confermato che la condotta sublacuale, la grande imputata e all'origine dell'allarme dato anni fa dallo scomparso onorevole Aventino Frau di Forza Italia, all'epoca presidente della Comunità del Garda, non è così ammalorata e pericolosa come si credeva.

Tutto questo finirà sul tavolo del ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin lunedì alle 15 grazie all'incontro con i rappresentanti del Presidio.