Limitazioni all’uso dell’acqua: i sindaci aprono alle richieste degli artigiani
Massima collaborazione per gestire l’emergenza siccità. Il Consiglio di bacino garantisce piena apertura alle categorie economiche, preoccupate per le limitazioni ai consumi dell’acqua che potrebbero arrivare qualora si aggravasse l’emergenza idrica. L’ordinanza tipo predisposta dell’ente di indirizzo «è una proposta che attende tutti i possibili suggerimenti e le osservazioni utili a migliorare l’efficacia delle misure previste», premette il presidente del CdB, Camillo De Pellegrin. «Con la partecipazione di tutti i soggetti». Bim Gsp, il gestore del servizio idrico integrato, è già stato coinvolto il 27 marzo, il Comitato Consultivo degli utenti è stato invece convocato per il 6 aprile.
La nota di De Pellegrin nasce sia per tranquillizzare gli artigiani, che si sono allarmati nel leggere la bozza di ordinanza che sarà discussa nell’assemblea del CdB del 13 aprile, sia per precisare che non c’è alcuna volontà di eludere il confronto. Anzi: la proposta, che è già stata inviata ai Comuni, è stata resa pubblica «proprio perché è ora il momento di pensare quali azioni si debbano assumere in caso di perdurante siccità ed emergenza crescente, auspicando ovviamente che non servano e restino solo un esercizio teorico», afferma De Pellegrin.
Il comitato degli utenti
Le associazioni di categoria, del resto, fanno parte del Comitato Consultivo degli Utenti, organismo che «viene sempre consultato prima delle deliberazioni che riguardano le utenze, dalle norme di regolamento alle tariffe», ricorda De Pellegrin. «In questo caso il coinvolgimento è reso ancor più opportuno dal disagio che misure restrittive potrebbero dare ad alcune tipologie di utenze, anche se in realtà le misure intendono proprio evitare la sospensione improvvisa del servizio per tutte le utenze. Comprendiamo la preoccupazione manifestata da alcuni operatori economici in caso di limitazioni all’uso idrico, e proprio per questo abbiamo inteso avviare un confronto pubblico».
Agire per tempo
Questo è il secondo anno di permanenza in stato di emergenza, e la situazione attuale «costringe tutti ad una riflessione nuova sulla risorsa idrica, che nel nostro territorio si dava sempre per scontata ed infinita», continua. «Le misure emergenziali non affrontano certo le sfide che ci attendono a fronte dei cambiamenti climatici in corso, che riguardano tutto il pianeta, ma devono essere il primo livello di reazione per cercare di contrastare e mitigare le criticità».
Per questo nel 2016 è stato predisposto un Piano Provinciale di Emergenza, che individua il sistema a colori con i quattro livelli di emergenza e le misure conseguenti. «Fin da gennaio insieme alla Provincia abbiamo attivato un tavolo tecnico, e abbiamo condiviso la necessità di coordinare meglio gli interventi sul territorio e aiutare i sindaci ad assumere iniziative comuni o comunque uniformi». È nata così l’idea dell’ordinanza tipo che, ribadisce il presidente del CdB, è al momento solo una proposta ed è aperta a modifiche con la collaborazione di tutte le parti interessate. Va anche precisato che ogni sindaco sarà comunque libero di adottare o meno i provvedimenti.
Acquedotti che perdono
«Condividiamo anche la raccomandazione di alcune utenze a voler intervenire sull’efficienza del servizio idrico nel nostro territorio», conclude De Pellegrin. «Gli interventi programmati dal Consiglio di bacino negli ultimi anni sono arrivati a livelli molto significativi di investimento, anche grazie al PNRR che ci ha assegnato circa 20 milioni di euro proprio per ridurre le perdite idriche. Così ora il gestore potrà recuperare molti anni di ritardo».