«Sono fuggita da Vigevano. In Australia si vive». E da giovane mamma scrive libri per bambini

Come tanti italiani (oltre sei milioni secondo i dati Aire, l’anagrafe dei nostri connazionali all’estero) Ilaria Cappadona, vigevanese di 30 anni, ha deciso di lasciare il proprio paese per cercare un futuro migliore altrove. Lei lo ho trovato in Australia, a Melbourne per la precisione. Dove ha scoperto anche una vocazione alla scrittura: ha infatti pubblicato il suo primo libro per bambini dal titolo “Andrà tutto bene insieme” (in vendita su Amazon), di cui è l’autrice dei testi (le illustrazioni sono invece di Federica Buscaglia, pure lei di Vigevano).

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Il primo viaggio nel 2014

Ma anche (dettaglio tutt’altro che trascurabile) l’amore: «Ho conosciuto un ragazzo splendido di origine italiana che ha un’azienda agricola, con lui nel 2019 ho avuto un bellissimo bambino, Leonardo. Siamo molto felici: è facile esserlo in Australia. Ho deciso di trasferirmi qui nel 2014 quando avevo 21 anni. Vigevano era diventata monotona, almeno per me, e avevo voglia di vivere qualcosa di nuovo e di buttarmi problemi e pensieri alle spalle. Così ho comprato un biglietto e sono rimasta inizialmente sei mesi per testare il terreno, poi sono ritornata per rimanerci. Da quando sono diventata mamma passo il mio tempo a leggere libri per bambini sia in italiano che in inglese, mi piacciono le storie a lieto fine, ma che trattano eventi realmente accaduti. I bambini hanno bisogno di capire cosa avviene attorno a loro, certo bisogna fornire gli strumenti adatti, credo che i libri servano anche a questo. Così ho deciso di creare una collezione di libri che si intitola “the blooming children’s collection”, ovvero “bambini in fiore” perché i bambini vanno coltivati emotivamente come i fiori. Il mio secondo libro si intitola “Insieme alla luna” ed è quasi terminato. Nel primo parlo del Covid, della pandemia che ha cambiato tutte le nostre vite, in Australia come in Italia. L’ho scritto nel 2021, un anno per me di solitudine e sofferenza».

Per Ilaria il rapporto con la terra d’origine è complesso: «Cerco di tornare a casa ogni anno se riesco, sono molto legata alla mia famiglia. Nel Natale del 2021 ho perso mio padre quando ero a Vigevano, la prossima volta che tornerò sarà ancora più doloroso perché non ci sarà lui a gioire del mio arrivo e confesso di non sentirmi pronta alla sua assenza. L'Italia è un bellissimo paese e mi manca quasi tutto. Il cibo, la cultura, la storia, l'arte, la famiglia; ma ogni anno che torno noto sempre più cambiamenti in peggio. Le persone sono come anime in pena, che sopravvivono invece di vivere, apatiche, non reagiscono più alle ingiustizie, anzi per paradosso le ingiustizie fanno parte della normalità adesso. L'Australia è un paese che ripaga. Ripaga degli sforzi e dei sacrifici che fai, è come quando scali una montagna e una volta in cima ti godi meritatamente il panorama. In Australia hai dignità, hai futuro, e la tua voce conta: in poche parole non sopravvivi ma vivi».

Ilaria Cappadona lavora nell’azienda agricola, che produce fragole, del compagno: «C’è un livello di fiducia qui in Australia davvero impensabile in Italia. Faccio un semplice esempio. Ho postato un video su Tik Tok che ha avuto molto successo. Davanti alla nostra azienda la gente si ferma, prende uno o più cestini di fragole e paga mettendo i soldi nella cassetta, la honesty box, e se ne va. Nel video faccio vedere che ci capita di trovare più soldi del dovuto. Riuscite a immaginare qualcosa del genere in Italia? Qui la gente è aperta, positiva, ottimista, ha ancora fiducia nel prossimo, in Italia, beh lasciamo perdere. Per non parlare poi di come funziona lo stato australiano. Non c’è burocrazia, le pratiche le risolvi in pochi giorni, scuola, sanità sono efficientissime, il senso di sicurezza che avverti, in strada, nelle stazioni ferroviarie, è davvero assoluto. C’è polizia dappertutto. Se penso alla paura che, soprattutto le donne, hanno a viaggiare di sera nelle stazioni dell’hinterland milanese... L’Italia mi manca ma grazie, resto qui: sono residente permanente e ho cominciato le pratiche per avere la cittadinanza».