Va sotto, ma risorge: ecco la vera Apu quando meno te l’aspetti
Incredibile Old Wild West, va sotto un treno di 15 punti con Piacenza nella prima giornata della seconda fase a 3’ dalla fine del terzo quarto, poi ribalta tutto guidata da un Briscoe stellare da 25 punti, rischia nei 90” finali ma vince 90-80.
Una metamorfosi da ricordare quella bianconera al Carnera e che dà una spinta enorme per il finale di stagione.
Giocando con l’intensità degli ultimi 10 minuti la squadra di Finetti può fare strada, viceversa facendo come i primi 30, specie in trasferta, non avrà scampo.
L’inizio della seconda fase però è sulla scia della prima: da brividi. Otto a zero di Piacenza in 90 secondi e time-out di coach Finetti. La cui squadra continua a iniziare le partite così: possibile?
Quando il pivot Skeens schiaccia indisturbato, non una ma due volte, si capiscono due cose: che l’asticella per l’Apu si è alzata e che Piacenza gioca bene anche con pochi minuti dell’asso McGusty acciaccato e senza il lungodegente play Sabatini. Puntando forte sull’ex Snaidero Pascolo e l’americano.
Poi Pellegrino ed Esposito almeno reggono l’urto ed è un’altra partita. Fine primo quarto: 17-22 con una fiammata di Palumbo. Per quanto visto un successo per i ragazzi del West. Rivedibili in difesa anche alla ripresa.
Troppo facili alcuni canestri di Piacenza che continua a guidare anche se Gentile entra nel match e torna un certo equilibrio grazie all’animo di Antonutti, che sarà stagionato ma a basket sa giocare.
Sale il livello dei colpi di Udine, direbbe Galeazzi, il Carnera ribolle per alcuni fischi degli arbitri. Ora l’Apu prova a difendere.
Ad un certo punto in panchina danno consigli a Finetti Grazzini, Sacco, Martelossi: una task force. Con la tripla di Monaldi arriva il primo sorpasso della partita, 37-36 a 3’ dall’intervallo.
Però senza Gaspardo l’Apu fa fatica ad aprire il campo col tiro da fuori e va sotto 42-48 a metà gara. Quarantotto punti subiti: un’enormità a un mese dai play-off. Un’enormità.
Come le “solite” 9 palle perse. La ripresa inizia con due camei di Cusin. L’Apu per due minuti difende e corre. E se difende e corre diventa una squadra forte.
Dall’altra parte si fa notare il play Cesana, puntato in estate dall’Apu prima della misteriosa infatuazione per Sherrill. Organizza, difende, tira.
Tiene la barra dritta consentendo ai suoi di riallungare con relativa facilità, proprio mentre il Settore D dedica un coro a coach Finetti.
E contro una squadra equilibrata, non servono le prime sei del campionato, l’Apu barcolla nel terzo quarto sotto una gragnuola di triple: parziale 68-58, con Udine che era finita pure sotto di 15.
Il Carnera e l’Apu sembrano finiti sotto un treno. Invece questa squadra ha un’anima. Due slalom di Briscoe, altrettanti missili di Monaldi e in due minuti è 68-68 con un parzialone di 20-5.
Nemmeno la tripla di Miaschi ferma la valanga bianconera. Altra tripla di “San” Monaldi, Briscoe che difende alla grande, il Carnera che ribolle dopo che dieci minuti prima era ammutolito.
Il tutto senza Gentile, perché la coppia migliore è Monaldi-Palumbo (sempre meglio), Cusin è sontuoso e Briscoe indiavolato.
“Udine, Udine”, giocando così – solo così, non come fatto per 30’ – questa squadra può fare paura. A 3’ dalla fine l’Apu guida incredibilmente 83-73.
Vero, si becca due triple che gelano il Carnera e riportano a -4 gli ospiti a 1’26” dalla fine, perché non si diventa perfetti in 10’, ma la chiudono dalla lunetta i migliori Briscoe e Cusin.