Due borse di studio a giovani medici in memoria di Giovanni Borsatti, lo studente morto in montagna nel 2022
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foto da Quotidiani locali
PAVIA. Il Collegio Borromeo ha voluto ricordare Giovanni Borsatti, 24 anni, lo studente di Medicina e alunno dell’Almo collegio scomparso tragicamente il 13 aprile dello scorso anno: lo studente era precipitato in un dirupo ai Piani di Artavaggio, in Valsassina, nel Lecchese.
Il collegio ha voluto ricordare questo giovane dalla mente brillante, prossimo alla laurea, pronto ad iniziare la specializzazione in Psichiatria: nella Sala degli affreschi si è svolta la cerimonia di conferimento della laurea postuma in Medicina e Chirurgia alla presenza della presidente della facoltà Cristina Tassorelli. Il rettore Alberto Lolli ha consegnato ai familiari il diploma di alunno del collegio e ha proclamato i vincitori della borsa di studio della tesi di laurea in Medicina e Chirurgia istituita nel nome di Borsatti.
Si tratta di una borsa dal valore di 2.500 euro ed è stata conferita a due borromaici: Alberto Braga, 26 anni, ora medico del Mondino in attesa di iniziare la specializzazione, e Bartolomeo Bo, 26 anni, che si trova a Bonn dove si sta specializzando in Pediatria. Un premio istituito per ricordare Giovanni, studente modello, «dalle straordinarie capacità intellettuali», sottolinea il rettore che ha voluto parlarne al presente.
«Lui oltrepassa i fili spinati del tempo ed è presente. Lo sentiamo ancora qui – spiega Lolli -. In questo anno ci ha presi per mano e abituati alla sua presenza in un modo diverso. Lo abbiamo sentito ancora protagonista. Continua a vivere tra noi. Ce lo siamo raccontato molte volte in questi dodici mesi. Dentro questa tragedia la nostra comunità ha trovato l’energia della concordia, il nostro tempo migliore. Lo abbiamo riconosciuto nelle intime confidenze che la sua scomparsa ha generato tra noi: negli abbracci senza fine, nel sorprenderci a parlare di lui, della sua vita troppo giovane per essere recisa e anche a sorridere della sua singolare risata, delle sue improbabili battute, delle sue piccole manie». Il rettore racconta il suo alunno. E lo fa davanti ai genitori e ai fratelli che hanno voluto essere lì, nel luogo in cui Giovanni stava studiando. «È ancora tra noi e lo abbiamo riconosciuto nella nostra consapevolezza rispetto alla vita, nella fortuna di poter continuare ad essere qui e nel volerci stare, in questa vita, con l’intensa partecipazione che lui ci ha insegnato».
Borsatti, originario di Milano, era a Moggio con i genitori. Aveva deciso di fare un’escursione tra i sentieri che segnano le montagne del lecchese, in mezzo a quella natura che amava profondamente. I famigliari nel tardo pomeriggio, non vedendolo rientrare, avevano lanciato l’allarme. Erano scattate le ricerche. Fino alla scoperta del corpo privo di vita.
Stefania Prato