La polizia locale di Venezia del futuro è tanta tecnologia e un numero maggiore di agenti e ufficiali. E questo in linea con la modernizzazione iniziata con la Smart Control Room che serve pure ad altre attività del Comune. E in linea con questo il comando sta valutando di proporre all’amministrazione comunale l’acquisto di un particolare jammer (disturbatore di onde radio) per far rispettare la no fly zone sopra il centro storico ai droni.
Una valutazione maturata anche in conseguenza del risalto dato all’impiego dei droni, anche di tipo facilmente reperibile in commercio, per scopi militari durante la guerra in Ucraina. Restando su un piano meno tecnologico, se tutto fila liscio, per la fine del mandato della giunta di Luigi Brugnaro la Polizia locale potrà contare su ben seicento tra agenti e ufficiali. Di sicuro a fine di questo anno gli effettivi che ora sono 454, saliranno a oltre 500.
Già è iniziato l’iter con la determina per sottoporre almeno 74 aspiranti vigili urbani, alle visite mediche. Numero che dovrebbe coprire anche coloro che andranno in pensione o eventualmente si licenzieranno nei prossimi mesi.
In prospettiva saranno anche sostituite, in maniera scalare, le armi in dotazione al corpo. Questo per la standardizzazione che è stata decisa, a livello nazionale, delle munizioni in dotazione alle forze di Polizia e alle polizie locali. Gradualmente sparirà il calibro 9x21 ora impiegato dalle polizie locali e dai civili e sulla piazza resterà esclusivamente il 9x19, ora considerato calibro militare e in dotazione a tutte le forze dell’ordine ma non ad altri operatori della sicurezza.
«Stiamo procedendo in base ai programmi che ci eravamo dati con l’amministrazione comunale - spiega il comandante della Polizia locale Marco Agostini -. Naturalmente ci dobbiamo adeguare, nel frattempo, anche ai cambiamenti che avvengono nella società. Non adeguarci vorrebbe dire non trovarci pronti ad affrontare nuove sfide sul fronte della sicurezza».
Da qui la valutazione della strumentazione per rendere inefficaci i droni nella no fly zone sopra il centro storico. «In altre realtà usano i droni per il controllo del territorio a garanzia della sicurezza. Farlo a Venezia è troppo pericoloso. Noi abbiamo il problema che troppi droni vengono fatti volare sopra la città. Questi velivoli possono trasformarsi in vere armi in mano a terroristi o anche semplicemente a uno squilibrato. Da qui la valutazione di acquistare un apparecchio per disturbare il controllo radio tra il drone e chi lo comanda da remoto con la consolle. Strumento che permette anche di prendere il controllo del velivolo e di farlo atterrare dove vogliamo noi», spiega Agostini. Si tratta di strumenti con tecnologia israeliana. Tornado a cose meno tecnologiche a breve saranno acquistati diecimila proiettili. Sembrano molti, ma in realtà non lo sono. Infatti ogni agente della Polizia locale armato, spara ogni anno all’incirca duecento colpi. Non si tratta di proiettili consumati in strada durante i servizi ma di munizioni usate nelle varie sessioni di addestramento obbligatori come stabilisce il regolamento.
