Udine, vince De Toni. Schlein si esalta per “il lavoro di squadra”, cattolici dem e renziani la gelano
Il centrosinistra, con un campo larghissimo allestito per il ballottaggio, è riuscito a vincere nella città di Udine, che era andata al secondo voto in un contesto in cui il centrodestra si era aggiudicato al prima turno la maggior parte dei Comuni, compreso Sacile, l’altro sopra i 15mila abitanti, oltre che la Regione, per la quale si votava nelle stesse date. Alberto Felice De Toni ha chiuso la partita 52,85% dei voti, mentre il sindaco leghista uscente Pietro Fontanini, candidato del centrodestra, si è fermato al 47,15%. E ora da quelle parti è corsa a intestarsi la vittoria, non senza scivoloni e contraddizioni.
Schlein esulta per l’elezione di De Toni a Udine: “Un bel lavoro di squadra”
Elly Schlein, che si era premurata alla vigilia del primo turno di mettere una certa distanza tra sé e l’esito del voto, oggi esulta parlando di “una bellissima notizia” e di “una grande soddisfazione per tutte e tutti quelli che lo hanno accompagnato in questo percorso”. “Una vittoria costruita grazie a un bel lavoro di squadra”, ha aggiunto la segretaria Pd, rivolgendo al nuovo sindaco “gli auguri di buon lavoro da tutta la comunità democratica”.
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Bisogna però intendersi su quale sia la squadra cui pensa Schlein e, prima ancora, se una squadra ci sia. Dal punto di vista interno, infatti, va registrato il segnale lanciato da Pierluigi Castagnetti, uno di quei
che hanno manifestato un certo disagio nei confronti dello sbilanciamento a sinistra della nuova segreteria. “L’elezione di Alberto De Toni sindaco di Udine ha un grande significato politico in questo momento di transizione. Una sinistra con cultura riformista, impersonata da personalità competenti e con senso del governo è ciò che serve per tornare a vincere”, ha scritto Castagnetti su Twitter, con uno dei primi commenti in assoluto rilasciati sull’esito del voto. Perché è interessante? Perché De Toni è un cattolico con un passato nella Margherita. Il messaggio di Castagnetti alla “squadra” Pd, insomma, è chiaro, con buona pace anche dei vari Angelo Bonelli e Sandro Ruotolo che pure cantano vittoria.
Il promemoria di Italia Viva: “Modello Udine? Non c’è stata un’alleanza organica”
Se ci si sposta sul fronte della squadra esterna, poi, non va granché meglio. Intanto c’è la faccenda dei 5S, che al primo turno sono andati da soli e solo al secondo hanno deciso di confluire sul candidato che ora tutti tirano per la giacchetta. Soprattutto, però, ci sono le parole di Ettore Rosato, che non solo rivendica per Italia Viva la primogenitura della candidatura di De Toni, ma rompe anche la narrazione sulla squadra forte e coesa proposta da quelli che, in questa squadra, dovrebbero essere i suoi compagni. “Modello Udine? De Toni è stata una candidatura nostra del Terzo Polo su cui poi è venuto il Pd”. “Non è stata un’alleanza organica”, ha detto l’esponente di Italia Viva all’agenzia di stampa Adnkronos, mentre nel Pd Debora Serracchiani si ostinava a sostenere che “un candidato forte come De Toni e un grande lavoro di squadra hanno permesso di trasformare l’opposizione di centrosinistra nell’alternativa credibile che ora va ad amministrare Udine”.
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