Venezia, cercansi fornaio. «Ma nessuno risponde, così dovrò chiudere»
Lui fa il pane da 35 anni. Sveglia alle 2 del mattino, preparazione, cottura, fino a mezzogiorno. Un lavoro durissimo e di soddisfazione. Ma adesso Mauro Semenzato, tra i più noti panettieri di Venezia, sta per alzare bandiera bianca.
«Da solo non ce la faccio più», scuote la testa, «e non trovo apprendisti o allievi. È una vita forse troppo dura per i giovani». Ma il rischio reale è che adesso la città resti senza pane. Da mesi sulle vetrine della sua bottega, in calle della Testa, è affisso un cartello: “Cercasi fornaio”. «Nessuno ha risposto», dice con un po’ di tristezza Michela, che con Barbara e Elena gestisce lo storico panificio, «e siamo davvero preoccupati. Abbiamo chiesto ovunque, lanciato appelli. Ma non si presenta nessuno. E così non ce la facciamo».
Semenzato è uno dei panifici di qualità rimasti in città, dove le famiglie cercano di mantenere viva la tradizione dei fornai. Un’associazione che contava fino a qualche anno fa centinaia di soci, presieduta da Renato Rizzo, il decano dei panettieri. Adesso i numeri si sono ridotti. Ma soprattutto non si trova la manodopera.
Se la mancata risposta di garzoni e commessi riguarda molte attività e Pubblici esercizi della città storica, la mancanza dei fornai rischia di far mancare una delle materie prime più importanti per i cittadini.
«Come noi anche altri esercizi e negozi di vicinato soffrono», dice Mauro, la cui eccellenza ha passato i confini di Cannaregio ovest, tato che in molti vengono anche da fuori ad apprezzare i suoi prodotti. Una varietà incredibile che è difficile mantenere. «Ma adesso la difficoltà è davvero grande», dice, «se va avanti così sarà costretto a lasciare».
Una crisi figlia delle mancate scuole di artigiani, sempre meno numerosi e importanti per una città assediata dal turismo e dai mestieri che hanno a che fare con i nuovi “clienti”. Panifici storici come Semenzato e altri come lui non prendono in considerazione le farine straniere, i lieviti che fanno male, il pane congelato che viene dall’estero come si trova a volte nella grande distribuzione. «Vogliamo continuare a fornire prodotti di qualità», dicono i Semenzato, «Chiediamo alle istituzioni di aiutarci».