Monfalcone, contratti di solidarietà alla Mangiarotti: proroga di un anno
MONFALCONE. Prorogati per altri 12 mesi i contratti di solidarietà alla Mangiarotti spa, azienda con sede al Lisert controllata di Westinghouse, nota a livello mondiale per la produzione di apparecchiature di alta qualità utilizzate nell’industria nucleare. Giro di boa della procedura tecnicamente estendibile ancora a quest’ultimo anno su un biennio massimo, al termine del quale, in astratto, scatterebbero i licenziamenti. Ma degli 80 esuberi dichiarati da Mangiarotti nel 2022 e circoscritti all’area dell’officina-servizi tecnici (55) e a quella tecnico-amministrativa (25) già quasi una settantina risultano volontariamente fuoriusciti, alcuni attraverso pratiche incentivanti. Sicché è ragionevole ritenere, a meno di inattesi aggravamenti dei quadri economici, che la solidarietà, scattata nel 2022 per 192 dipendenti e rinnovata ora per soli 60 lavoratori (con una proiezione di 10 esuberi), si esaurirà in modo “indolore”, con regolare ripresa dell’attività.
L’azienda ha tuttavia posticipato l’atteso rilancio (aveva prospettato al governatore Massimiliano Fedriga addirittura un rimpolpo della pianta organica fino a 700 addetti) dal 2024 al 2025. Lo ha riferito ai primi di aprile alle organizzazioni sindacali, appunto in sede di rinnovo dei contratti di solidarietà. La misura comporta una riduzione dell’orario di lavoro diversificata e a rotazione. Spiega il segretario della Fiom ed Rsu Michele Orlandini: «La retribuzione è al 60% dello stipendio mensile da 173 ore, dunque su una busta paga da 1.500 euro se ne portano a casa mille. Grazie al contributo regionale predisposto per queste situazioni, tuttavia, si riesce alla fine a recuperare quasi 400 euro e si perde solo la parte conteggiata in tredicesima, quindi i lavoratori hanno patito in questi mesi relativamente la solidarietà, da un punto di vista economico».
Restano sul tavolo invece le considerazioni sulle prospettive: «L’azienda – sempre Orlandini – dichiara che per il carico attuale di lavoro e il calo del personale da 270 a circa 200 dipendenti ci sono le condizioni, nella maturazione dei tempi, per un rilancio. C’è da rilevare che per il settore del nucleare il delta tra ordinativi e realizzazione è importante, infatti adesso stiamo lavorando su commesse di due anni fa». «Mangiarotti – termina – ha legato alla conclusione della guerra in Ucraina e dunque alla ricostruzione le attese della ripresa: certo che se ci infiliamo nella geopolitica, le prospettive diventano di difficile analisi».
Esprime invece preoccupazione il collega della Uilm Antonio Rodà: «Rimangono forti preoccupazioni e perplessità per un’azienda che sposta sempre più in avanti la ripresa dell’attività, cioè dal 2024 al 2025. Nello stesso tempo assistiamo all’uscita costante di maestranze che si spostano su altri orizzonti, pure senza incentivi, con un depauperamento di esperienze in grado sul lungo termine di assestate un colpo letale».
I primi contratti di solidarietà alla Mangiarotti erano scattati l’11 aprile 2022, con l’avvio a stretto giro della procedura sugli esodi incentivati. Scaduta dunque la cassa integrazione ordinaria, erano subentrate le misure stabilite dal contratto siglato tra l’azienda e Cgil, Cisl e Uil. La solidarietà per 192 dipendenti, inseriti nelle aree tecnico-amministrativa, fabbricazione, lavorazioni meccaniche, servizi tecnici. Quanto alle uscite volontarie incentivate, i trattamenti economici erano stati scaglionati in percentuali e su tre periodi di cessazione del rapporto.