Il massacro in 4 minuti, il coltello come arma e le immagini delle telecamere: la ricostruzione dell’omicidio Tisi
Un massacro compiuto «in circa quattro minuti attorno alle 5» di sabato 15 aprile, «con un coltello da sub», nella galleria di piazzale Osoppo.
Il 28enne Bruno Macchi, italiano di origini brasiliane residente in città, durante un interrogatorio che si è tenuto mercoledì pomeriggio in questura per fare luce sull’omicidio del clochard 58enne Luca Tisi, «ha sostanzialmente ammesso l’addebito».
Anche se, per ora, «il movente è labile, per non dire quasi inesistente». Di qui, l’appello alla cittadinanza: «Chi sa che rapporto ci fosse tra la vittima e il presunto omicida collabori con gli investigatori».
Queste le parole pronunciate dal procuratore capo di Udine Massimo Lia durante la conferenza stampa convocata per illustrare i risultati della prima fase delle indagini preliminari sull’uccisione – a coltellate e con colpi alla testa – del senzatetto originario di Zoppola (Pordenone) che da anni dormiva sotto gli alti condomini “Alpi” tra via Ermes di Colloredo, viale Volontari e via San Daniele.
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Il fermo per Macchi
«Mercoledì – ha riferito ancora Lia – è stato sottoposto a fermo Bruno Macchi, gravemente indiziato di essere l’autore dell’omicidio di Tisi. Siamo in fase di indagini preliminari e che vige la presunzione di non colpevolezza. Il provvedimento restrittivo, entro 48 ore, andrà sottoposto al vaglio del gip. La collega titolare del procedimento depositerà una richiesta di convalida e di custodia in carcere».
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La ricostruzione
«Il primo input, per arrivare all’individuazione dell’indiziato, è arrivato da una telecamera che punta su via Ermes di Colloredo, una delle strade su cui si affaccia la galleria. La telecamera, in un orario compatibile con l’esecuzione dell’omicidio, ha inquadrato un ciclista che ha parcheggiato la bici, entrava in galleria e ne è uscito dopo 4 minuti.
L’immagine, tuttavia, era lontana e non consentiva di individuare le caratteristiche somatiche, ma solo gli abiti: scarpe ginniche bianche, pantaloni scuri, maglietta bianca e un giubbotto scuro con un cappuccio tirato su, per cui non si vedeva la capigliatura.
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L’individuo usciva dalla galleria, si avvicinava alla roggia e poi tornava verso la galleria, per poi allontanarsi. L’abilità degli investigatori è stata quella di setacciare le altre telecamere sparse per la città al fine di trovare delle immagini, auspicabilmente più chiare e definite, compatibili con i primi frame. Ed è così che il ciclista è stato identificato. Successivamente, è stata individuata l’abitazione e sono stati messi a fuoco i movimenti. Fino ad arrivare alla perquisizione di mercoledì.
Il coltello da sub
«Già durante la perquisizione – prosegue il procuratore – il giovane è stato molto collaborativo. Abbiamo recuperato sia la possibile arma (un coltello da sub ancora sporco, un modello con lama seghettata e a punta e con manico in plastica, ndr) , sia gli indumenti compatibili con quelli indossati dalla persona in bicicletta ripresa dalle telecamere.
Il ragazzo poi, durante il lungo interrogatorio, alla presenza dei difensori e con tutte le garanzie (è stata fatta una videoregistrazione), ha sostanzialmente ammesso l’addebito. A questo punto voglio ringraziare per l’ininterrotta attività di indagine svolta il personale della Squadra mobile, delle Volanti, della Scientifica e dell’aliquota della polizia di Stato della sezione di polizia giudiziaria della Procura. E naturalmente il questore che ha partecipato in prima persona alle indagini, seguendole passo passo».
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Le indagini proseguono
«Ora – ha dichiarato ancora il procuratore capo – bisogna chiarire se ci sono stati o no precedenti incontri tra la vittima e il presunto autore del reato, per capire anche quale potrebbe essere il movente dell’azione delittuosa. Di qui il mio invito a eventuali persone informate sui fatti. Se qualcuno li ha conosciuti o sa di eventuali rapporti tra i due, collabori con le forze dell’ordine».
Le possibili aggravanti
«Si stanno valutando le particolarità del caso. Siamo ancora in una fase iniziale dell’attività investigativa, ma credo che, ai fini della richiesta di convalida, la contestazione tecnico-giuridica formulata dalla collega indicherà le aggravanti dei futili motivi, della crudeltà e della minorata difesa». Lunedì sarà effettuata l’autopsia sul corpo di Luca Tisi.