Cati ti racconta svela la Valle Soana con le escursioni
PONT CANAVESE. La natura e le montagne del Canavese, quelle della Valle Soana, al centro del turismo escursionistico, alla scoperta delle antiche leggende e tradizioni locali attraverso la sapiente guida di associazioni del territorio e professionisti del turismo esperienziale. Caterina Morgando, di Pont Canavese, è una guida turistica che si dedica a tempo pieno alle richieste di quei turisti che vogliono vivere la montagna in modo diverso.
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Alla sua attività di promozione del territorio, “Cati Ti racconta”, Morgando, 55 anni, è arrivata dopo un passato da web designer e come manager per la gestione di alloggi turistici a Bologna. La Valle Soana è la sua terra di origine, ma per molti anni ha vissuto a Bologna. «Voglio trasmettere al turista tutto il mio amore per la nostra gente e la nostra meravigliosa Valle Soana, così come la mia grande passione per il cammino - racconta la guida. - Durante la pandemia ho cominciato a maturare l’idea di tornare a casa. Capivo il nostro dialetto, il francoprovenzale, ma non lo parlavo bene. Così ho cominciato a contattare le persone che conoscevo in Valle, mi feci mandare da loro vocali e racconti, tradizioni, usi e costumi in lingua francoprovenzale per impararla. Poi misi a frutto le conoscenze come web designer e creai video di storia e cultura locali, collaborando a un archivio multimediale per il progetto “Parlar da nozauti”. Finita la quarantena sono tornata stabilmente a casa, poco più di un anno fa».
Una volta a Pont è cominciata un’intensa attività di riscoperta, con l’idea di offrire ai turisti un’esperienza unica, che non si può vivere in altre zone. «Con l’associazione Lo cher en Val Soana, Il cuore in Val Soana - prosegue Morgando - abbiamo sviluppato eventi e iniziative per valorizzare il franco provenzale in Val Soana, le nostre tradizioni, la cultura e la storia. Poi, ho trovato un corso per guida ambientale al Cesma Formazione e Cultura di Cuorgnè, riuscendo a coronare il mio sogno di portare le persone a camminare e conoscere ogni aspetto della vallata».
Per la guida ambientale escursionistica l’elemento fondamentale da offrire e che i turisti cercano è il coinvolgimento, un rapporto diretto e profondo, diverso rispetto al turismo tradizionale. «Io parlo della mia gente con la gente: le mie escursioni partono dai paesi della Valle, dove racconto le storie dei luoghi e delle persone, del passato e del presente. I turisti che accompagno sono famiglie e piccoli gruppi, con i quali organizzo e concordo visite particolareggiate e dettagliate, sia per la difficoltà, ma anche per le mete da raggiungere. Le persone che mi contattano sono animate dalla curiosità, dalla voglia di scoprire luoghi particolari e mettersi in gioco, tra l’ambiente, gli animali, la montagna, le tradizioni, le leggende e le storie di chi vive il territorio. Chi vuole scoprire l’Alto Canavese arriva dal Piemonte, ma anche da più vicino, mentre durante le festività arrivano richieste da fuori regione e non escludo che in estate arrivino molti stranieri».
Le richieste sono disparate e la proposta mira ad accontentarle: «Sto proponendo la riscoperta delle case forti e dell’architettura locale, ma c’è anche un sogno nel cassetto. È la scoperta del sentiero La vie dli Bli Mont, la Via dei Bei Monti, un percorso che collega Belmonte a San Besso. Partendo da Valperga poi Belmonte, Cuorgnè, dalla strada di Campore attraverso Pont Canavese, quindi Santa Maria, Frassinetto, frazione Bech, Ronco, Valprato, Chiesale, Campiglia e, infine, San Besso. Per settembre si pensa al primo evento, un cammino che metterà le persone a contatto con luoghi di culto sia cristiani che ancestrali. Affinché il turista, oltre a camminare, possa apprezzare e approfondire la conoscenza del territorio per poi poter tornare. Poi ci sono tante altre iniziative, come le foto-escursioni all’alba e al tramonto fino ai sentieri in compagnia di un naturopata per conoscere erbe e i loro benefici».Valerio Grosso