Ritorna il Palio dei maiali nel mirino degli animalisti

foto da Quotidiani locali

CILAVEGNA. La Pro loco e il Comune riproporranno il Palio dei maiali dicendosi pronti sin d'ora a respingere eventuali blitz degli animalisti. Domenica 14 maggio i quattro porcellini torneranno a sfidarsi nel "porcodromo" al centro del paese: i "fantini" delle contrade Dosso, Castello, Oropa e Sant'Antonio si batteranno per la conquista del drappo "indirizzando" i rispettivi maialini verso il traguardo finale.

Contestazioni

La gara che chiuderà la 57esima Sagra dell'asparago, la festa gastronomica più longeva della Lomellina, da qualche anno calamita a Cilavegna decine di rappresentanti di associazioni animaliste che chiedono di abolire la manifestazione. Sei anni fa, in una lettera inviata in municipio, si leggeva che «oltre 650 psicologi hanno sottoscritto un documento in cui si dice che è diseducativo per i bambini vedere animali privati della libertà, mantenuti in contesti innaturali e costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche». Poco prima della gara, gli animalisti erano stati identificati dalle forze dell'ordine. Nel 2018 due attiviste avevano cercato di scavalcare la rete per entrare nel "porcodromo", ma furono bloccate dall'intervento di 5 agenti della polizia locale e 5 carabinieri. Poco prima avevano tentato di srotolare alcuni striscioni, ma anche in questo caso erano state costrette a desistere dalle forze dell'ordine. Nel 2019, ultima edizione pre Covid-19, a Cilavegna si presentò l'associazione "Iene vegane".

Il Comune

Oggi la sindaca Giovanna Falzone ribadisce la posizione del Comune. «Mi sembrano del tutto fuori luogo eventuali proteste - spiega - Tutti sanno che i nostri maialini non vengono nemmeno toccati dai "fantini", i concorrenti dei quattro rioni, perché così prescrive espressamente il regolamento, pena la squalifica. In caso di giornata con alte temperature, i suini sono tenuti all'ombra fino al momento della partenza della gara e un veterinario di Ats è sempre presente per garantire la tutela delle loro condizioni di salute. Ci aspettiamo le proteste, ormai entrate nella consuetudine, ma ribadiamo con forza che questa tradizione non sarà cancellata a causa di qualche contestatore proveniente da fuori paese». –

Umberto De Agostino