Continua la meritoria opera di restauro delle lapidi di quartiere dedicate in città ai caduti nella Grande Guerra da parte dell’Anmig (Associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra). Dopo quella dello scorso anno in corso Garibaldi, oggi è la volta delle lastre marmoree incastonate all’esterno delle chiese di Ognissanti (ore 10) in corso Vittorio Emanuele e San Barnaba in piazza Bazzani (ore 10,30). In entrambe la restauratrice Giovanna Gola ha effettuato lavori di pulizia cancellando i danni causati da un secolo di esposizione alle intemperie. «Il nostro scopo è quello di ricordare il sacrificio di tanti giovani e tramandarne la memoria -– spiega Caterina Moccia, presidente provinciale dell’Anmig – e considerato che a Mantova manca un monumento con tutti i nomi dei caduti nella Prima Guerra, come invece sono stati eretti in molte altre località, stiamo proseguendo nel progetto di ridare visibilità alle molte sparse nei quartieri, ne abbiamo già individuate altre. Ringrazio la Fondazione Comunità Mantovana che ci sostiene economicamente». Nel corso delle cerimonie le ricercatrici Tiziana Gozzi e Paola Somenzi illustreranno le vicende delle due lapidi approfondendo la storia personale di diversi caduti. In quella di San Barnaba in particolare nell’elenco dei 37 militari spiccano 6 medaglie d’argento al valor militare, tra cui quella al capitano Alessandro Galeazzi, al quale ne vennero concesse due, una alla memoria, caduto sul Monfenera nel massiccio del Grappa. Nell’elenco a fianco della chiesa di Ognissanti spicca invece il nome forse più conosciuto tra i mantovani: quello di Arnaldo Berni, capitano degli alpini, morto a 24 anni, tra i ghiacci del monte San Matteo, gruppo dell’Ortles- Cevedale e la cui salma non venne mai recuperata. Diplomatosi ragioniere nel 1912 con menzione d’onore al Regio Istituto Pitentino, grazie ad una borsa di studio dell’Istituto Franchetti potè iscriversi alla Scuola superiore di commercio di Genova, prossimo alla laurea fu richiamato alle armi. Mantova gli ha dedicato il giardino di Colle Aperto e la sua storia è stata rievocata nel 2019 nel docu-film “Il Capitano dei ghiacci”. Berni era interpretato da Giordano Ermondi, anch’esso diplomatosi cento anni dopo nel 2012/13 al Pitentino.