«Il vigilante mi ha dato della ladra al supermercato»: scatta denuncia per diffamazione

PAVIA. Fermata e apostrofata davanti agli altri clienti del supermercato come “ladra”, ma le telecamere del market la scagionano e lei denuncia l’addetto alla sorveglianza per diffamazione. Protagonista della vicenda è Yolande A., una donna di 51 anni originaria della Costa d’Avorio ma a Pavia da tanti anni, dove lavora come cuoca in una residenza per anziani. La donna si è rivolta a un legale, l’avvocato Pierluigi Vittadini, per difendere «la sua reputazione, perché sono stata trattata come una delinquente e trattenuta per più di un’ora per gli accertamenti, anche se non avevo rubato nulla».

A far scattare il controllo, al supermercato Carrefour di viale Matteotti, è stata la presenza di sei bottigliette di acqua da mezzo litro che la donna aveva in borsa. «Me le aveva date la mia collega, da portare a casa – spiega la 51enne nella sua denuncia –. Lavoro vicino al supermercato e sono entrata per acquistare della carne, che poi non ho trovato. Dopo avere oltrepassato le casse sono stata fermata da un soggetto maschile, straniero e di colore, che si è qualificato come addetto alla sorveglianza e mi ha chiesto di aprire la borsa. Così ho fatto». L’uomo ha controllato e ha visto che nella borsa c’erano sei bottigliette di acqua da mezzo litro.

«A quel punto davanti a tutti ha cominciato a inveire nei miei confronti, dandomi della ladra e accusandomi di avere rubato le bottigliette di acqua nel supermercato – racconta la donna nella denuncia –. Ho provato a spiegargli che quell’acqua era mia, visto che ce l’avevo quando ero entrata, e che sarebbe bastato controllare le telecamere, ma lui ha voluto chiamare la polizia».

Sul posto è arrivata la volante e gli agenti hanno proceduto al controllo, al termine del quale la donna è stata lasciata andare. Dalla visione delle telecamere non è emerso che le bottigliette fossero state sottratte dagli scaffali del supermercato. «Abbiamo chiesto indagini approfondite per ricostruire l’accaduto, sia attraverso la testimonianza della collega che l’esame delle telecamere, e per identificare l’addetto alla sorveglianza che ha inveito contro la mia assistita, accusandola di avere rubato le bottiglie, alla presenza di tante persone – spiega l’avvocato Vittadini –. Il razzismo in questa vicenda non c’entra, ma a nostro avviso c’è stata diffamazione per le parole usate davanti a tutti. La denuncia è stata presentata contro ignoti».