Il falso gelsomino, più forte e anche più ornamentale
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foto da Quotidiani locali
Il falso gelsomino (Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem. - Apocynaceae), è una pianta rampicante originaria dell’Oriente, del Medio Oriente e dell’America Meridionale.
Questa specie si presenta con fusti che possono raggiungere anche decine di metri abbellendo le nostre case, balconi e porticati. Presenta fusti abbastanza sottili, rampicanti e a volte ricadenti sulla stessa pianta. Il falso gelsomino presenta foglie ovali e lanceolate, di colore verde scuro da adulte e verde chiaro da giovani (arrossate a volte). A differenza del vero gelsomino, quello falso, è molto più resistente e con foglie sempreverdi.
Si presenta come una pianta rustica di facile coltivazione e di facile adattabilità a qualsiasi condizione di clima e di terreno, motivo che lo porta ed essere prediletto rispetto al gelsomino vero, molto più delicato e con maggiori esigenze colturali. Nonostante il nome, infatti, il falso gelsomino è una pianta dall’elevato valore ornamentale anche perché si presta sia alla coltivazione in vaso che a quella in piena terra.
Nelle fioriere e grandi vasi si utilizza moltissimo per decorare terrazzi e balconi. In piena terra invece visto il suo vigore e la crescita molto veloce è spesso utilizzato per coperture esterne di strutture, siepi e muraglie. Come tante piante rustiche si adatta a qualsiasi tipo di suolo, anche a quello calcareo. Per garantire una fioritura costante e regolare conviene però scegliere un terriccio fertile e ben drenato, preferibilmente composto da sabbia, terriccio e torba. Ama le esposizioni soleggiate e al massimo quelle a mezz’ombra. Sicuramente la pianta riuscirà a fiorire al meglio e soprattutto più velocemente. In alternativa va bene anche l’esposizione a mezz’ombra, da evitare, invece, quella totalmente all’ombra, che rallenta le funzioni vegetative.
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La giusta irrigazione
Il falso gelsomino resiste bene anche alle basse temperature, ma per evitare sofferenze alla pianta si sconsigliano le posizioni troppo ventose. Quanto all’irrigazione non vi sono particolari esigenze idriche: riesce a sopportare bene anche prolungati periodi di siccità. In estate il terriccio va mantenuto umido, ma non inzuppato, mentre in primavera, specie in assenza di piogge, conviene stimolare la fioritura con irrigazioni occasionali. Le annaffiature devono essere intensificate in alcuni precisi momenti della vita della pianta, ovvero dopo la messa a dimora e dopo l’avvenuto attecchimento.
Anche in fatto di concime la pianta non ha particolari esigenze. Di solito si usano concimi liquidi o granulari composti da azoto, fosforo e potassio. Fino alla fioritura conviene usare concimi organici, negli altri periodi è meglio preferire concimi minerali. Si consiglia però di non eccedere con le dosi per non causare un eccessivo sviluppo dei rami. Avrà bisogno di essere potato per contenere la crescita delle ramificazioni tramite interventi mirati in primavera eliminando le parti appassite e tutti i rami contorti o aggrovigliati. Altri interventi di potatura si effettuano nella fase di messa a dimora o di rinvaso. Durante lo spostamento in un altro contenitore si dovrebbe lievemente potare la pianta per stimolare l’emissione dei nuovi rami laterali. Nei primi anni di vita della pianta conviene scegliere tre o quattro rami che costituiranno la struttura portante. Questi rami produrranno ogni anno dei fiori, regolando meglio la crescita. All’Orto Botanico dell’Università di Pavia (Sistema Museale di Ateneo) è in piena fioritura nella zona vicina al Platano di Scopoli adibita a grottino e belvedere. Ci si potrà rilassare su una panchina durante le aperture nel week end e goderne la bellezza ma soprattutto il profumo. —