A Trieste la storica visita del vescovo Trevisi alla Moschea di via Maiolica
TRIESTE Seduti attorno allo stesso tavolo, allietandosi con dolcetti arabi e tè alla menta, per parlare di muri da abbattere e strade da percorrere. Insieme - per la prima, storica volta - nella Trieste interreligiosa, multietnica, crocevia di lingue e preghiere, dove chiese di confessioni e culti diversi convivono l’una accanto all’altra.
Il vescovo di Trieste, monsignor Enrico Trevisi, farà visita alla Moschea Ar-Rayan, la sede de lla comunità islamica di via Maiolica. Lo accoglieranno il presidente della stessa comunità cittadina, Akram Omar, e l’imam Djamel Chergui, accompagnati dai fedeli.
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Nel solco tracciato da oltre trent’anni di «costante e solido rispetto, confronto e dialogo tra le due comunità», cattolica e islamica, la visita in programma alle 14.30 di venerdì prossimo scriverà una pagina nella storia confessionale e non solo della città. La visita di Trevisi, a soli due mesi dal suo insediamento, è infatti la prima di un vescovo della Diocesi triestina nel luogo di preghiera della comunità islamica. Scriveva il presule l’indomani della sua nomina a guida spirituale della città, in una lettera aperta ai fedeli: «So che siete una città multireligiosa e multietnica con una consolidata tradizione di dialogo ecumenico, di rispetto e stima reciproci. Insieme cercheremo di camminare senza lasciare indietro nessuno».
L’arcivescovo coltiva così la sua promessa di «camminare assieme» perché «la Chiesa diventi “famiglia di famiglie”», come diceva dall’alto del santuario di Monte Grisa, il giorno del suo insediamento: nelle settimane scorse, Trevisi ha infatti già fatto visita alla comunità ebraica, alla comunità buddista e alle chiese cristiane di diverse confessioni presenti nella nostra città.
Infine la prima visita alla Moschea di via Maiolica, questo venerdì. Le due comunità, cattolica e islamica, «sono connesse dal medesimo valore di fede, cioè credere nello stesso Dio» ricorda Omar, nel richiamare le due righe scritte al presule al suo arrivo in città, appena due giorni dopo la festa di fine Ramadan: per «augurargli di trovarsi bene, ripetergli che i nostri rapporti sono pacifici e affini». E, così, «dare il benvenuto al vescovo che, come noi, viene da molto lontano» spiega con il sorriso il presidente della comunità islamica, che in città conta circa 8 mila persone da 50 Paesi diversi.
Negli anni non sono mancate occasioni di dialogo e scambio tra le due confessioni: fin dal 1988, quando un gruppo di studenti e ricercatori del polo scientifico triestino e provenienti dal Medio Oriente fondarono un primo luogo di culto per riunirsi per la preghiera del venerdì, per la rottura del digiuno nel mese del Ramadan e per le festività. In oltre trent’anni di presenza in città, la comunità islamica ha più volte preso parte a incontri, tavole rotonde e iniziative caritatevoli di ispirazione cattolica, e viceversa: da ricordare, in particolare, l’impegno comune nell’accoglienza dei migranti della Rotta balcanica. Quella di venerdì sarà, come detto, la prima, storica volta per un vescovo di Trieste nella moschea di via Maiolica: «In quanto cittadini della stessa città - spiega il capo della comunità islamica -, ci sentiamo in dovere di consolidare i rapporti: ci auguriamo di proseguire questo cammino comune». Alla visita nel luogo di culto seguirà una merenda a base di dolci tipici arabi e tè verde di tradizione nordafricana: «L’idea era di ospitarlo a pranzo, ma la sua agenda è molto fitta - scherza Omar -. Ci siamo promessi che è la prima, ma non l’ultima: la prossima, lo prenderemo per la gola con i sapori del mondo». —
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