«Maltrattata per anni», la Procura: assolvete l’ex convivente

Con il suo racconto sofferto, zoppicante, incagliato da ricordi che fanno ancora male, dalla vergogna per le umiliazioni subite, non è riuscita a convincere nemmeno il pubblico ministero. Si è conclusa con la richiesta di assoluzione della stessa Procura la requisitoria nell’udienza del processo che vede un 40enne che vive nell’Alto Mantovano imputato per maltrattamenti. A portarlo alla sbarra la sua ex compagna, con cui conviveva insieme alla loro figlia, che all’epoca dei fatti, nel 2013, aveva solo 4 anni.

«Lui mi tormentava, anche dopo esserci lasciati. Per evitare ogni contatto avevo dato un cellulare alla bimba, così chiamava direttamente lei» ha ricordato davanti al giudice Maria Silvia Siniscalchi, la donna, che turbata e con grande fatica, ha ripercorso quel periodo. «Abbiamo solo il racconto della vittima, che non è stato confermato dai testimoni» ha affermato il pubblico ministero, citando le dichiarazioni del suocero e del cognato della donna, e di un vicino di casa, che però all’epoca dei fatti non frequentava la coppia. L’avvocato di parte civile Giada Di Stasio ha chiesto la condanna, mentre la difesa di Roberta Ramelli l’assoluzione. Repliche e sentenza a settembre.