Le due neurologhe che servivano alla sanità bellunese si rifiutano di venire all’Usl 1

Le due neurologhe individuate dallUulss 1 Dolomiti dalla graduatoria dell’azienda universitaria di Verona hanno declinato l’offerta. Cioè hanno scelto di non firmare l’assunzione a tempo indeterminato proposta dall’azienda bellunese.

Ciò riaccende il problema del servizio di Neurologia degli ospedali di Belluno, dove la carenza di professionisti è maggiore, e di Feltre.

Al momento la situazione è tamponata, con un sistema di guardie a giornate alterne, in parte a Feltre e in parte a Belluno. Ma la soluzione adottata dall’azienda, non piace all’Anaoo che ora, venuta meno la possibilità di rimpolpare in tempi brevi l’organico, chiede di chiudere uno dei due reparti.

«Il nuovo piano organizzativo messo in atto dall’azienda da maggio, si sta dimostrando sempre più per quello che è: uno spreco di energie e rappresenta un pericolo per la sicurezza del paziente», dice il segretario regionale dell’Anaao, l’associazione dei medici dirigenti ospedalieri, il bellunese Luca Barutta. «Se un paziente ha un problema di ictus e ha la fortuna di arrivare al San Martino in quel 40% delle giornate del mese in cui di notte e nei festivi c’è lo specialista di guardia, bene.

Ma se dovesse poi aggravarsi dopo qualche giorno, in un turno non presidiato? Il medico di guardia interdipartimentale (solitamente internista) dovrebbe chiedere come minimo una telerefertazione al neurologo a Feltre che dovrebbe avere una forte capacità intuitiva per capire cosa succede, oppure decidere di mandare il paziente in Rianimazione. Ma in questo modo si rischia di intasare le rianimazioni di casi che non si riesce a gestire».

Il segretario dell’Anaao evidenzia anche un’altra criticità: «Se il collega della guardia interdipartimentale deve far vedere il paziente al neurologo presente a Feltre, deve anche “litigare” con il Pronto soccorso per ottenere una ambulanza per il trasporto, ambulanza che come minimo deve avere l’infermiere a bordo.

Infermiere dell’emergenza o del reparto di Neurologia? Questo non si sa. Ma la cosa certa è che comunque sia, il Pronto soccorso resterà sguarnito di una ambulanza e, o lo stesso reparto o la Neurologia nelle ore notturne o festive dove già il personale è ridotto, perderà per diverso tempo un operatore».

Per Barutta non ci sono le garanzie per erogare un servizio di qualità al paziente. «Il rischio professionale resta enorme per gli specialisti, e lo stesso per il paziente che ha tutto il diritto invece di avere un trattamento di qualità e garantito».

Il segretario del sindacato dei medici ospedalieri rinnova l’appello all’ulss Dolomiti perché prenda una decisione. «La soluzione presa dalla direzione non va bene. Serve che uno dei due reparti di Neurologia, o Feltre o Belluno, a questo punto non ha rilevanza, venga chiuso per le degenze mantenendo l’attività ambulatoriale, e si catalizzi solo su uno le urgenze e i ricoveri. Solo così potremmo garantire un servizio al cittadino di qualità e in sicurezza. Quando saranno trovati gli specialisti si riaprirà il reparto rimasto a mezzo servizio. Purtroppo siamo di fronte ad una situazione voluta dalla politica che non vuole scontentare nessuno per non perdere elettori» .