Chiude il market di viale Trieste a Gradisca, stretto tra costi e logistica

GRADISCA Prosegue quasi senza soluzione di continuità il massiccio turnover in seno al tessuto commerciale di Gradisca d’Isonzo. Gli ultimi mesi, è un dato di fatto, hanno fatto registrare numerose chiusure di attività nella cittadina della Fortezza. Anche di un certo peso e pedigrée. Ognuna con le proprie ragioni e la propria storia, ma tant’è: solo per citarne alcune, hanno salutato la clientela due storiche pizzerie come Rusticana e Leon d’Oro, in piazza Unità restano per ora abbassate le serrande di Caffè Centrale e C’est la Vie, per non parlare dell’annoso caso dell’enoteca regionale “Serenissima”.

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Altre cessazioni o nel migliore dei casi spostamenti paiono all’orizzonte di qui alla fine dell’anno. In centro come al di fuori del salottino pedonale. Forse ingiusto ed allarmistico parlare di esodo, anche perché – come riferiamo a parte – c’è anche chi su Gradisca punta ancora. Di certo i cambiamenti hanno riguardato anche un’arteria ad alta percorrenza come viale Trieste, la principale via d’accesso alla cittadina.

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Lì si registrano ben tre movimenti in uscita: la cessazione, già avvenuta, di una parafarmacia – compensata da un’analoga attività che apre domani in piazza –, l’ormai imminente chiusura di Running Life, negozio di articoli sportivi specializzato nel mondo del podismo (”fuori tutto” sino a fine mese, poi rinascerà sotto un’altra forma, così assicura sui social l’appassionato titolare Dario Michielotto). E, ora, del supermercato Despar di palazzo Postir, proprio di fianco alle Poste. Il “fratello minore”, insomma, del fortunato Eurospar di via Papalina. Mercoledì prossimo ultimo giorno, da giovedì 22 si chiude.

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Tecnicamente si tratta di una sospensione dell’attività, spiegano i titolari Giovanni e Giacomo Brumat. «Non è una decisione presa a cuor leggero ma non la viviamo come una sconfitta – assicurano –. Il market del centro ha rappresentato da subito una sfida che sapevamo poter essere molto complessa». La famiglia Brumat aveva aperto il suo secondo punto vendita nel 2015, salvando i posti di lavoro del supermercato gradiscano delle allora Coop Operaie sprofondato nella crisi. «Ci sembrava una bella scommessa, sulla quale abbiamo investito molte risorse ed energie – spiega Brumat, che è anche presidente mandamentale Confcommercio –. Ci sembrava giusto garantire un servizio essenziale a ridosso del centro, dove vivono molte persone con mobilità ridotta, e del “Postir”. Purtroppo con l’andare del tempo il progetto si è rivelato poco sostenibile». Tanti i fattori: «Dopo il Covid le abitudini di molti consumatori sono cambiate, senza contare l’aumento generalizzato dei costi. Non hanno aiutato i sei mesi del cantiere che ha riguardato il condominio. Infine, qualche limite strutturale, a partire dalla vicinanza dei parcheggi».

La speranza, è di regalare un futuro a quei locali. Il futuro è certo, invece, per i dipendenti. «Sergio, Alessandra e Luca saranno inseriti nell’organico dell’Eurospar di via Papalina (per un totale di 26 posti di lavoro). E comunque garantiremo per due giorni a settimana, il martedì e il venerdì, il servizio di consegna della spesa a domicilio. Non potevamo certo lasciare la clientela più fragile col cerino in mano. I negozi di vicinato hanno un ruolo sociale e una dimensione familiare, questo fa la differenza con la grande distribuzione. Peccato per il market di viale Trieste ma siamo orgogliosi di averlo tenuto in vita in condizioni non facili per 8 anni: altrimenti probabilmente sarebbe chiuso da allora». —

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